26 GRUPPO I.
Vi sono eziandio nella valle della Stura delle alluvioni e dei conglome-
rati di terre alluvionali aurifere, ricoprenti i fianchi deile montagne ed util-
mente trattabili.
Altre sabble aurifere vengono lavate dai pescatori d’oro presso parecchi
fiuini e torrenti delle Alpi e degli Apennini piemontesi. Citeremo le sabbie
del Toce, del Sesia, del Ticino, dell’ Orco, della Dora, dell’Elvo, del Cervo,
ecc., a cui dopo le piene accorrono i pescatori d’oro e ne ricavano pro’
dotti valutati in complesso a L. 40,000 all’anno.
St puo tuttavia considerare la produzione dell’oro ridotta a quella delle
valli che si diramano dal Monte Rosa. Ivi dopo d’esser discesa a poca cosa,
lale produzione risali alquanto, dopo che due corapagnie inglesi, costituitesi
da pochi anni, riattivarono le miniere e perfezionarono i processi di sepa-
razione. il prodotto fu nel 1872 di circa chilogr. 1,5 al giorno, ovvero 450
chil. all’anno, del valore di 1,500,000 lire, tenendo impiegati circa 750 operaj-
Quest’oro viene estratto per amalgazione negli stabilimenti di Piedimulera,
di Battigio e di Crodo, ove sonvi gli apparecchi acciaccatori ed i molini di
amalgamazione.
I prodotti dell’ orificeria italiana sono pregiati per piü riguardi. Varie
fabbriche si hanno a Roma, Genova, Milano, Torino e Venezia. L’arte di
battere 1 oro ha fatto notevoli progressi specialmente a Napoli e Milano in
seguito alla giusta proporzione usata nelle leghe. Per altro le importazioni
dall’ estero in oggetti d’ oro e d’ argento lavorati superano le nostre espor-
tazioni. v
Piriti di ferro.
Planiere. — Numerosi sono i giacimenti di pirite di ferro sia sola, sia
accompagnata da calcopirite, da minerale di nichelio e cohalto. Essendo perö
poco sviluppate le grandi Industrie chimiche e metallurgiche a cui tale sostanza
serve di materia prima, molti dei nostri giacimenti sono abbandonati. L’an-
tica miniera di Brozzo, presso Ivrea, e la sola che venga coltivata per la fab-
bricazione dell’acido solforico e del solfato di ferro. L’ammasso di Agordo.
del quäle si e giä fatto menzione parlando delle miniere di rame, componen-
dosi di pirite per la massima parte poverissima in rame potrebbe venir uti-
lizzato per la fabbricazione dell’acido solforico, analogamente a quanto si
pratica coi minerali di S. Domingo in Portogallo. Ma per qucsto ci mancano
i facili mezzi di comunicazione, onde e da augurarsi che almeno Belluno sia
tra breve allacciato per mezzo di un tronco ferroviario alle strade ferrate
dell’Alta Italia.
La produzione annua di piriti destinate alla fabbricazione dell’acido sol
forico sale a 2,300 tonnellate del valore di 45,000 lire e vi sono addetti 20
operai circa.