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Luona qualitä, e quindi circa 4,000 chilogrammi all’unno. Perö Ie spcse essende»
eceessive, i Iavori furono abbandonati e revocata la concessione gia fatta.
Miano (provincia di Parma). — La societä genovese L’Esploratrice ha pra-
ticato un foro trivellato aH’americana a Miano, localitä da cui scaturi anti-
camente una considerevole quantitä d’olio. La societä stessa non sembra perö
aver ancora raggiunto Io scopo che si era prefisso colle sue trivellazioni, quan-
tunque nel corso del lavoro, quando l’escavamento giungeva a pochi metru
si fossero giä oüenuti circa 4,000 litri d’olio.
f eil di Riglio (Piacenza). — Diversi pozzi cscavati coi mezzi ordinarii in
val di Riglio, producono circa 2,000 litri d’olio all’anno.
Monlegibbio. — A Montegibbio, sul territorio di Sassuolo nel Modenese,
in prossimitä delle salse di Nirano, si osservano potenti banchi di arenaria
disgregata, e tutta piii o meno impregnata di petrolio. Verso il punto di con-
tatto con argille marnose sottostanti, scaturisce naturalmente il petrolio pu-
rissimo di Montegibbio, nella scarsa quantitä di 4,500 litri all’anno.
Tocco di Casauria (Abruzzo Ultra II). — La societä Laschi e quella della
Majella hanno intrapresa fino dal 4805 l’estrazione del petrolio nero, che
scaturisce dalle rocce costituenti il Colle d’Oro. La societä Laschi produsse
480,000 chilogrammi d’olio nel 4865 e 404,400 chilogrammi nel 4860. Ci
mancano notizie intorno alle successive estrazioni.. La societä della Majella
ne estrasse 500,000 chilogrammi nel 4865; 44,000 nel 4836 e 50,000 nel 4867.
Gli sgorghi di petrolio non sono copiosi che dopo le pioggie, onde
sembra che l’acqua la quäle penetra nelle cavitä della roecia porti a galla
l’olio penetratovi per filtrazione.
Il petrolio abruzzese e di qualitä scadente. Distillandolo si ricava sol-
tanto V3 di olio da ardere, mentre il rimanente e essenzialmente costituito
da catrame e da olii pesantissimi, buoni soltanto per esser convertiti in nero
di fumo.
A Roccamorice e nella vaüetta Pignattara, sempre nella valle del Pescara,
vi sono sorgenti naturali di asfalto di pertinenza della Societä della Majella,
delle quali ignorasi la produzione.
Tanto la Societä Laschi quanto quella della Majella hanno o sospese af-
fatto o di molto scemate Ie loro lavorazioni dopo il 4869.
Lettomanopello. — Sul territorio di Lettomanopello esiste un considere
vole deposito di hitume solido, che alle falde del monte presenta una potenza
considerevole. Per far fruttare questa giacitura, la societä della Majella ha
impiantato sul luogo uno stabilimento di distillazione, con 30 grandi störte
e due lambicchi, destinati alla produzione di asfalto e di olio grezzo. Que-
st’ultimo dovevasi raffinare in altro stabilimento esistente a Grottamare, e di
proprietä della medesima societä; ma la raffineria di Grottamare non pote
essere esercitata per le opposizioni degli abitanti, i quali mal soffrivano Ie
esalazioni gassose, che si producono nella raffinazione. Per questo ed anche
per difficoltä finanziarie sopravvenute, la societä si dovette limitare a pro-
durre asfalti a Lettomanopello, trattandovi i bitumi solidi escavati sul luogo-
La produzione del 1869 e stata di circa 4,500 tonnellate annue che si ven-
deva ad un prezzo medio di 70 lire la tonnellata.