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Sono ])oi da ricordare nella provincia di Lueca il marmo nero di Pesca-
gHa in val di Serchio, illustrato dal prof. Paolo Savi, nonche il rosso mat
tone e il nero venato di Monsummano i quali vennero usati nella decorazione
della cattedrale di Firenze e del Campanile di Giotto.
Dalle provincie di Siena e di Pisa provengono i piü pregevoli de’ nostri
alabastri. Cosi nel comune di Montalcino, nella localitä detta Castelnuovo
dell Abate. esistono alabastri orientali translucidi e suscettibili di un bei pnli-
mento che furono molto ricercati per uso ornamentale, specialmente nei se-
coh scorsi, in grazia delle accennate proprietä, nonche della varietä e vivacitä
delle zone colorate. Questi alabastri si ritrovano pure nel comune di Sovi-
ciUe dove le cave attive possono darne massi di 1 metro cubo. Attualmente
perö il loro impiego e assai diminuito, sebbene i trasporti siano diventat?
molto piü facili e meno costosi che per l’addietro.
Nel Yolterrano abbondano gli alabastri comuni che, lavorati sotto varie
forme, fanno oggetto di un commercio mondiale. — La sede principale di si
mile lavorazione e l’antica cittä di Yolterra, che sta in mezzo alle cave. Tut-
tavia una parte della materia prima si trasporta anche per le successive la-
vorazioni, o in altre provincie del Regno (sopratutto in Toscana) o all’estem
Gli alabastri detti orientali constano di carbonato calcareo concrezionato,
e quelli di Yolterra sono composti di solfato, cosicche mentre i primi si ta-
gliano e si puliscouo come tulti i marmi, gli altri si segano e si lavorano al
tornio come il legno. - Gli alabastri di Volterra si trovano in arnioni che
non sorpassano generalmente un metro e mezzo di diametro entro le ar-ille
gessifere. Ve ne sono di due qualitä, hianchi e colorati. I piü pregiati srnno
quelli hianchi e quelli varicolori conosciuti sotto il nome di agatati, che pro
vengono in massima parte dai comuni di Castellina Marittima e di Pomaia
La differenza di colorazione e di tessitura delle numerose varietä di ala-
bastro permette di coslruire con essi un gran numero di oggetti d’ornamento
come vasi, colonnette, tavole, ecc. ora adoperando isolatamente una determi-
nata qualitä, ora connettendola con altre e specialmente coll’alabastro candido.
Gran parte della popolazione volterrana attende a tali Iavori che servono
pnncipalmente alla esportazione. Le cave del Volterrano sono circa -15, non
tutte perö in esercizio. Il prodotto annuo delle cave della Castellina si calcola
di 4,000 quintali di alabastro candido o appena giallognolo, che si vende a
lire 15 il quintale. — Le fabbriche di oggetti lavorati sono 38 con 323 lavo-
ranti.
I\el 4874, 1 esportazione da Livorno degli alabastri greggi (coinpresi quelli
candidi e statuari della Castellina) sali a quintali 7,376 e quella de’ lavorati ‘
ad un valore di lire 584,010.
Abbondano in Toscana anche le cosi dette pietre dure, cioe le pietre si-
licee o siiicizzate di colori variati e vivacissimi, impiegate principalmente nella
regia manifattura di mosaici in pietre dure di Firenze. — Le pietre dure
toscane sono calcedonii, agale, corniole, diaspri, selci, ciottoli d’Arno, ecc. Le
pnme tre sostanze provengono per la massima parte dal Volterrano c pre-
cisamente dai poggi di Monterufoli. - Le corniole sono parimente proprie
e tcrritorio di Scrra^ezza e di Lustignano. — I diaspri sanguigni e venati