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si trovano ai Bagni di Lueca ed a Barga. — Nel Senese vi sono agate piü o
meno stratificate ed onici; nelle vicinanze di Massa Marittima e nell’ isola
d’EIba, ametiste; nel Casentino, selci piromache di color grigio latteo.
I marmi abbondano in Piemonte, specialmente nella provincia di Cuneo.
II comune di Garessio ne offre di parecchie varieta fra cui un nero venato in
giallo somigliantissimo al Portoro, un persichino con macchie bianche e rosee
in campo rossastro, e parecchi altri. Le colonne che trovansi all’interno dclla
diiesa della Gran Madre di Dio in Torino sono di marmo brecciato di quel
comune e vennero estratte d’un sol pezzo, ma il cattivo stato delle strade ob-
l'ligö a dividere in piü parti dette colonne per trasportarle a Torino. I co-
muni di Frabosa, Ormea, Valdieri, Monastero-Vasco, Busca e Boves, sono
fornili anch’ essi di marmi piü o meno pregiati e di varii colori; pochi di
questi marmi perö fanno ora oggetto d’ escavazione e sono fra questi i neri
venati d Ormea, il bardiglio di Garessio, il bigio scuro di Frabosa che servi
per Ia cupola della cappella del San Sudario in Torino, il bianco-verde
cgualmente di Frabosa del quäle sono ornati quasi tutti i palazzi di Torino
e che si consuma in ragione di circa -100 metri cubi all’anno, al prezzo di
lire 490 il metro eubo dato in Torino, e finalmente qualche marmo di Val-
dieri, bianco e bigio suscettibile di una bella levigatura.
La provincia di Novara fornisce sovrattutto marmi bianchi. Citeremo fra
gli altri quello di Crevola nell’Ossola che servi per l’arco della Pace di Mi
lano e per il Duomo di Pavia, quello di Gandoglia (comune di Ornavasso)
nel circondario di Pallanza, di proprietä della Fabbriceria del Duomo di
Milano, che l’adopera quasi esclusivamente nelle riparazioni di quel monu-
mento. Una cava importante di marmo bianco, ma per ora poco coltivata,
esiste anchc nel comune di Piedicavallo, nel circondario di Biella. Citeremo
ancora il ricco deposito di marmo bianco di Rassa, il quäle non e coltivato
a cagione della mancanza di mezzi di comunicazione, ed i massi erratici di
hellissimo marmo verde di Varallo, marmo che si adopera come pietra da
ornamento in tutta l’Alta Italia.
La provincia di Torino e meno ricca delle precedenti in fatto di marmi.
Le alterazioni a cui andö soggetta per efletto delle influenze atmosfericho
la facciata del palazzo Madama in Torino fecero diminuire assai l’impiego
dei marmi bianchi e bigi di Foresto nelle opere esterne, ed egual sorte toccö
al bigio e brecciato di Garessio, dopo la cattiva prova fatta nella basilica di
Soperga ed in altre chiese dove servi per far colonne. Tnttavia questi marmi
continuano ad adoperarsi come pure il bardiglio di Praly, il quäle serve
specialmente per ornati da caminetto, ed il cosi detto verde di Susa, abbon-
dantissimo nei comuni di Foresto, Bussolino ed altri. La natura piuttosto
serpentinosa di quest’ultimo e la tenue proporzione del carbonato calcare che
vi si ritrova condurrebbero a classifieare questo materiale piuttosto fra le
oficalci che non fra i marmi, ma per l’abitudine invalsa e per analogia di
impiego Io si considera fra questi Ultimi. Il suo colore si avvicina a quello
del verde antico tanto usato per decorazioni interne ed esterne. Questo marmo
si vende ridotto in tavole diligentemente lavorate e lisciate a lucido, in ra
gione di lire 40 il metro quadrato.