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di grandissima mole; le quali producono annualmente 2,000 metri cubi circa
di pietre di varie dimensioni ed al cui Iavoro attendono circa 200 operai.
Sono pur uotevoli le cave di granito di Alzo sul Iago d’Orta ehe occupano piü
di 100 operai. Citeremo inline le cave della Balma nei comuni di Canipiglio
e S. Paolo producenti granito di straordinaria durezza e bellezza, non ehe
quell«'; di gneis delle cave di Malanaggio dei dintorni di Cumiana, nel cir-
condario di Pinerolo, e di Pont nel circondario di Ivrea.
Fra le ardesie e le altre pietre scistose ricorderemo le ardesie nere o
lavagne (scisti argillosi) del Monte S. Giacoifto (Chiavari), nel mandamento
di Lavagna, donde traggono il nome. Le cave attualmente coltivate sono 70
circa nci territorii di Cogorno 1 , Chiappa, Briccanera, S. Giulia, Lavagna e
S. Salvatore. Le cave di Monte S. Giacomo producono ogni anno 80,000 q. m.
o poco meno di 3,000 m. c. di lavagna. La maggior parte delle lavagne vengono
ridotte in lastre sottili pei tetti, onde sono coperte le case della Liguria: le
lastre a questo modo estratte ogni anno eccedono il milione; le lavagne ser-
vono inoltre ad altri usi: per pavimenti, per banchi da giardino, per truogoli
da olio, per cisterne, per tavole da computare e da disegnarvi col gesso ad
uso delle scuole, per tavolati da ceraiuoli, per banchi da specchiai. 400 ca-
vatori lavorano nelle viscere di quel monte. Le cave di lavagna danno sus-
sistenza a piü di 1,000 persone; il valore totale dei ehiappami grezzi, resi a
Lavagna, si computa a 300,000 lire; quello delle lastre lavorate condotte in
Genova ed in altri luoghi della Liguria a L. 500,000. Molte ne vanno nell’Italia
centrale e meridionale, a Costantinopoli, nei porti del Mar Nero, negli Stati
Barbareschi, a Gibilterra ed alcune fino in America.
Sono anche pregiate le ardesie di Valtellina, costituile da scisti serpen-
tinosi, che resistono meglio degli altri all’azione delle intemperie, e che s’im-
piegano in copia nelle costruzioni edilizie, specialmente a Milano.
I micascisti e le quarziti micacee in alcune provincie del Piemonte teil-
gono il posto delle ardesie. Vengono i primi principalmente dai territorii di
Bagnolo, di S. Giovanni e di Luserna, nella valle di questo nome (Pinerolo),
dove se ne contano oltre a dieci cave, con cinquanta a sessanta lavoranti.
Le quarziti si estraggono dal monte Bracco presso Barge (Saluzzo); esse sono
bianchiccie od azzurrognole; s’ impiegano per pavimenti di atrii, di anditi, di
chiese; tale estrazione non occupa piü di 20 cavatori.
L’isola di Sardegna e provvista quanto la terraferma del materiale di
cui ha bisogno per le sue costruzioni. Anzi, in altre epoche essa pote fornire,
sopratulto di bei graniti, Roma c Pisa; somministrazioni che le riuscireb-
bero facili anche in oggi, quando nuove strade solcassero quel paese e le fos-
sero maggiormente agevolati i rapporti marittimi colle lerre del continente,
Fra i materiali dell’isola che principalmente potrebbero utilizzarsi, sono
i graniti.
In Lombardia sono stimatissime le arenarie di Sarnico nella provincia di
Bergamo; di Paratico, Capriolo, in provincia di Brescia; di Viganö, Sirtori,
Missaglia e luoghi limitrofi in Brianza ed i calcari di Viggiü.
Da numerose cave appartenenti ai comuni di Canonica d’Adda, Brembate
Capriate e Trezzo sull’Adda si trae il ceppo rustico e <jentile } costituito da