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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 9, Gruppo XXII. - Musei industriali. [Gruppo] XXIII. - Arti dei culti

(; GRUI'PO XXIII. 
I governi locali di Costantinopoli, e di Smirne, meritarono un Diploraa di 
recognizione per i compleli vestiari civili rabbinici consuetudinali in quelle 
ciüä°: dicesi civili, in quanto che nel culto Mosaico, vestiario sacerdotale non 
esiste, unico indumento essendo il Taled rta semplice pannolino, talvolta anco 
ricamato, di ül di iino, esclusa meseolanza di ogni altro filo, del quäle copresi 
il rabbino soltanto la fronte. 
Notevoli fra gli oggetti in metallo sembrarono al Consigho del Gruppo 
quelli esposti dalla Casa Delihus di Strassburg, e particolarmente il candelabro 
a oüo faci, apposito per la solennitä commemoraliva dei fratelli Maccabei. — 
Quesla Casa che impiega una trentina di Iavoranti, ha un capitale circolante 
in oggetti Isdraelitici di circa lire 100,000. — Al suo rispettabile capo aggiu- 
dicammo la Medaglia del Merito. 
Onito Braminico e Budclista. 
Se il Mitologismo ha raggiunta inai 1’ ultima esagerazione, si e appunto in 
questo culto, il processo del quäle e il piu complicato, dal piü assoluto teismo, 
al meno concepibile politeismo. _ 
Brama, nell’antico sanscrito Bagavan o Suaiambu o Suaiambuva, e 1 es- 
ser.za, alta, eterna, assoluta, irrivelata. — Ma poi si emana in Visnü e Shiva. 
Brama e di ogni cosa la prima causa e 1’ ultimo fine: Visnü tutto con- 
serva: Shiva tutto trasforma: sono pari fra loro: onde legittimo e necessario 
il rispettivo culto: Braminismo, Visnuismo, Sivaismo. — Brama crea, si asr 
socia e sposa Sarassuali, figlia, sorella e moglie, ne ha cento figliuoli, il pii- 
mogenito dei quali procrea cinquanta figliuole: da una di queste discendono 
i Bramini, interpreti della Divinitä, da altra i Devati, genii benefici o angioli, 
da altra i Daitia, genii malefici o demoni. — I Bramini sono patriarchi, ana- 
coreti, limosinanti, padri di famiglia, penitenti, musicanti e canton: a loro 
Brama stesso consegnö i quattro libri sacri, i A r eda, che solo ad essi e dato 
comprendere e decifrare. — Da questi tutte le emanazioni dei Ire Dio. — 
Brama si emana almeno tredici volte, in potenze, in virtü, in protettori, re- 
golatori, difensori del mondo: 1’ultima nei seicento milioni di Apsarä, dan- 
zatrici graziöse e leggiere. — Yisnü deve incarnarsi dieci volte per mantenere 
intatta tutta la creazione: si e giä frattanto incarnato nove; 1 ultima la fara 
a comodo suo. — Shiva che e distruttore e riproduttore, ama principalmente 
le donne: s’incarna per conseguenza spesso, e le sue donne hanno virtü e 
potenza rinnovatrice per ogni occorrenza. 
Ne in realtä puö dirsi che vera e propria riforma il culto di Brama su- 
bisse per la immensa rivoluzione di Budda; il quäle puö essere meglio giudi- 
ca.o come un tiero antagonista della teocrazia Braminica, che per un veio iin- 
novatore religioso. Budda infatti nato da regia stirpe del Magadha, profon- 
damente commosso dalla miseria del popolo per la tirannia sacerdotale, si elevö 
contro i Veda ed i Bramini: emancipö il Ceylan, Siam, la Birmania, Jongking, 
Tibet. Mongolia, China dal monopolio di casta; trecento milioni di abitanli lo
	        
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