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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 9, Gruppo XXII. - Musei industriali. [Gruppo] XXIII. - Arti dei culti

g ORUPPO XXIII. 
la fabbricazione di questo cemento , colle materie che sono proprie di quella 
contrada. _ 
Presa in considerazione soltanto la originalitä della collezione, fu distmta 
col Diploma di ricognizione. 
II Kosa (recipiente per l’acqua santa), il Kusi (utensile per aspergere nel 
Kosa gli idoli), il Tat (tripode sul quäle l’idolo e collocato per essere asperso), 
il Puspopatm (coppa per tenervi i fiori), il Kunda (recipiente per le acque Of 
ferte agli idoli), il Padmasan (il celebre Loto) sono gli utensili del culto di 
Brama° — Essi sono obbligatoriamente, o di rame, o di legno di fico: ma nel 
prirao caso essi sono a graffilo o, come suol dirsi, damascati, e la eleganza del 
disegno meritö a quelli del paese di Ilowrah la Medaglia del buon gusto. 
Tanlo aveva fatto a Yienna il diligente Comitato del Bengala: ma il sa- 
piente Commissariato deli’Impero Giapponese, sviluppo ben altrimenti elo 
quente aveva dato alla propria esposizione delle Arti dei Culti. 
E giä detto in questa relazione come il procedimento del pensiero religioso, 
da monoteista a politeista, e da questo a quello, fosse ammirabile nel culto 
del quäle si tratta, e ciö si deve alla grande rivoluzione sociale avvenuta al 
Giappone nel 1871. — Non sia inutile riepilogarla brevissimamente. 
Era il Mikado il supremo capo di un culto remoto, che la totalitä delle 
classi inferiori non professava piü, come che seguaci del Buddismo Chinese, 
colle dottrine e modulitä di Confucio: essendo il Governo temporale esercitato 
dai Taykoum, ne derivava che quella Dignitä Imperiale, discendente da una 
dinaslia di ventisei secoli, era esautorata di ogni forza materiale, e di ogni 
venerazione spirituale. Quando il giovane Jlikado, con un coraggio del quäle 
nessuna istoria narra l’eguale, sull'appoggio e col concorso delle dodici classi 
dei Samoirjos, ha abolita la podestä di Taykoum, ritirato alle centottantaquattro 
dinastie di Damojrios il feudo delle provincie, afl'rancato ogni loro diritlo col- 
l’assegnazione fissa del dieci per cento del tributo fondiario della rispettiva 
provincia, riformati gli ordini civili, svincolato il commercio, aperto Y Impero, 
ha dovuto anco abolire di un tratto, il culto che non era il suo e ripristiuare 
obbligatoriamente quello del quäle esso e Pontefice, ed in virtu ed in nome 
del quäle, trasformava ogni cosa. — Cosi inibito il Buddismo, le sue dottrine, 
i suoi precetti, le sue cerimonie, e per non lasciare neppure la voglia di re- 
staurarlo, distrutte le sue Pagode, meno sette; sette sole conservate come mo- 
numenti di storia, d’archeologia e d’arte. —Ma anche del culto ripristinato, 
rinnovellato il concetto e la formola. 
Dicono le storie Giapponesi che le Dottrine di Confucio vi fossero recate 
col libro Lun Yu, sotto il regno del decimosesto imperatore della presente 
dinastia, l’anno 285 de 11’era volgare, e che poi sotto il regno del trentesimo 
imperatore, nel 552, il Buddismo divenisse dominante: prima di ciö Shinto, 
non Dio, ma uomo espressamente mandato dal cielo per governare il Giap 
pone, e per conseguenza fondatore della dinastia Imperiale, unica divinitä na- 
zionale: probabilmente fondendosi nel buio dei tempi coli idea piimitiva di 
Brama. 
E tutta la legge di Shinto riassunta in tre articoli, e al popolo Giappo- 
ciese imposti per religione, questi soli: la letterale traduzione dei quali, io
	        
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