LE ARTI DEI CULTl.
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devo agli egregi miei amici Yamasaki To-sen, e Wada-Shin-Zö l’uno e l’altro
della classe dei Damojrios, e membri del Coramissarialo Imperiale.
I. Rispetlate Dio e amate la Patria;
II. Seguite i consigli della coscienza ed osservate i doveri della Societä;
III. Obbedite ai comandi dello Imperatore.
La esposizione di tutto ciö, era preordinata, prima colle ligure colossali
delle Divinitä Indiche, quali grandeggiavano nelle demolite Pagode, cogli im-
mensi fanali in forma di palloni, con il modello della Torre di Tennoy, uno
dei sette monumenti conservati, eon un Daidaiko, immenso tamburo, usato
come campana, con due altari domestici di legno a gomma lacca, di culto
Buddista, con l’insegna del Drago a liugua fuori, simbolo della forza, che
precede nelle processioni le immagini delle Deitä ed anco gli Imperatori, e
finalmente colla portanlina, ove in quelle solennitä popolari sono collocate le
immagini e i grandi emblemi dei quattro punti cardinali, cioe la Tartaruga
del settentrione, il Gallo dell’Oriente, la Tigre dell’ occidente, il Drago del
mezzodi.
Fin qui del culto soppresso e bandito.
I tempii dell’avito culto di Shinto chiamansi in giapponese Miao: essi
erano anziche tempii, edicole di legno bianco (Populus altissimus), senza
alcun ferramenlo, tenute ferme le pareti da precisissime intelaiature ed inca-
stri, e il tetto da grossi travicelli: dovevano perdurare solo ventun’anni, e
dopo questo periodo rinnovarsi. — Due di queste edicole, sonosi pel corso di
tanti secoli originalmente conservate, rinnovandole; perche ricordanti una an-
tenata della famiglia Imperiale, Amaterasu, vissuta giä da 2025 anni: sono
nella provincia dell’Ise, e chiamansi di Naikoou e di Geka. Di esse erano espo-
ste le riproduzioni in piccolo: tali quali ad esse sono le Miao che adesso si
ristabiliscono, ed una alla misura ordinaria eravene in mezzo al Bazar Giap
ponese nel parco. — Come e detto sono di legname bianco, vi si ascende per
tre o quattro scalini, possono contenere quattro persone, ne vi e alcun sim
bolo, ne alcuna immagine, ma solo entro un armario, i tre emblemi imperiali,
Io specchio, la gemma, e la spada. 11 significato di questi tre simboli si con-
tiene nelle parole seguenti, che Shinto stesso vuolsi avesse dette al suo suc-
cessore:
« Per eterno tempo devono i miei discendenti questo Impero governare. —
Io ne consegno a Te la signoria. — Se in avvenire il mio spirito vorranno
vedere, mirino in questo specchio. Governate il paese con una nettezza eguale
a questa che dalla superGcie di questo specchio si rillette. Trattate il vostro
popolo con una dolcezza simile alla rotonditä di questa gemma. Castigate i ne-
mici del vostro popolo con questa spada, e fattili ubbidienti, conservateli. »
Giacche il fodero della spada e di legno.
Tale la traduzione letterale, fattamene dall’egregio dottor Wagener anno-
verese, insegnante da sette anni la chimica nel Collegio di Nanko, a Tokio.
ISessuna cerimonia di culto: solo la preghiera che fa un anziano del luogo,
generalmente anco maestro di scuola, alla quäle il popolo interviene, e ri-
sponde riunilo nel giardino di Iegumi, che generalmente circonda la Miao: