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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 9, Gruppo XXII. - Musei industriali. [Gruppo] XXIII. - Arti dei culti

LE ARTI DEI CULTI. 
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Vetrate. 
La pittura sul vetro, e la tarsia del vetro, sono proprie dell architetlura 
Cristiana e dell’Araba: questa perö le ha mutuale da quella. 
E certo che una delle decorazioni primitive delle chiese crisliane e’slala 
la sostituzione dei velri colorati e dipinti, ai vetri bianchi nelle finestre: uno 
dei dottori della Chiesa, Giovanni Crisostomo, scrivendo al principio del IV se 
colo, parla di quelli della basilica dedicata da Costantino in Costanlinopoli_alla 
sapienza divina, Santa Sofia: a quanto pare in occidente furono introdotti al 
tempo di Gregorio, vescovo di Tours, e i resti che si vedono in Saint-Denis 
e nelle cattedrali di Angers e di Poitiers, ne fanno fede. — Queste pitture 
erano allora collegate, anzi facevano parte dell’ architetlura delle chiese, anzi 
erano l’opera dell’arehitetto; era esso stesso che determinava, non solaruente 
la forma della finestra, ma le sue divisioni in ferro e poi di piombo, per con- 
tenerc la tarsia dei vetri a colori: in modo, con disegno e con proporzioni 
differenti per le finestre dell’abside, per le rose della porta o del tamburo, 
per i linestroui della nave o del coro. — Non e che dal secolo XIV che l’ar- 
chitetto e il pittore si staccano, e piii tardi 1’intarsiatore c il disegnatore si 
distaccano ancora, e l’arte se vi acquista nei dettagli vi scapita nell’insieme, 
e da esclusivamente ecclesiastica diviene mista ed esce dalle cattedrali, s’in- 
troduce nei castclli, si fa infedele ai santi, si accosta alle ninfe, e sul disegno 
di Raflaello, Bernardo di Palissy eseguisce la storia di Psiche nei castello di 
Ecouen. — Dipoi perö c>sa smarrisce se stessa: essenzialmente mistica, fuori 
delle chiese si accorge di non esser piü a casa propria: dopo il XVI secolo, 
l’arte andando a ispirarsi in Roma antica, perde e scorda insieme alla finestra 
ogivale ed al rosone, anco la vetrata dipinta. — Neri nei 1612, Ilaudiquer 
nei 1679, Leviel nei 1777 invano si sforzano a proporre metodi per resu- 
scitarla. 
Un libro inglese stampato nei 1758 dice: 
« The painting on glass with vitreous colours is not a matter of equal 
importance with enamalling but as it considered as one of the arls of which 
the mistery is at present lost to us. » e quindi: 
« The Art of painting on glass with colours that vitrify, has been estee- 
med,as for as regards the composition and burning of the colours, a mistery 
Known perfectly in the former ages, bust lost in a great degree to the pre 
sent times. » 
Nei XVII e nei XVIII secolo appena in Svizzera si e conservata la tradi- 
zione della pittura sul vetro, in alcuni edifizi eantonali o alberghi signorili. 
Appartiene al nostro secolo, ed al culto redivivo dei monumenti medio- 
evali, ed al gusto di restaurarli, il merito di avere rintracciata qnest’arte 
e questa manifattura, divenute adesso in Germania, in Inghilterra, in Francia, 
in Belgio, in Olanda, vaslissime. 
Il processo e presso a poco simile a quello della pittura sulla porcellana: 
con pennelli fini di martora si fanno i disegni, c si attenuano le tinte, con
	        
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