GRUPPO XXIII.
apparliene al mestiere del vetraio, e del piombatore, non sembra che sia questo
il luogo di parlare.
In Francia, in Germania, in Austria, in Inghilterra, nel Belgio, le vetrate
dipinle sono subietto assolutamente di una grande lavorazione: perciö nel
parco dell’ Esposizione viennese eravi un vasto edifizio costruito espressamente
per contenerne le moltissime mostre. — Yi figuravano quelle dello Stabilimento
apposito in Inspruck e dell’altro in Monaco, e degli espositori Kellner di Ulma,
Didron di Parigi, Laurion di Parigi, Löwin di Chartres, Ottin di Parigi, Bre-
mond di Bourges, Dobelaire di Louvain, Constable di Londra, i quali tutti
ebbero il premio del merito: vari altri quello del buon gusto, e fra essi il
Francini di Firenze per il disegno di una fmestra eseguita nella Cappella dei
Spinelli ora Gloand in Santa Croce: egli era l’unico espositore italiano, in que-
st’arte per la quäle giä Baflaello, Paolo Veronese e Leonardo da Vinci non
sdegnarono disegnare, perche Panaigrier e Bernardo di Palissy colorassero
sul vetro. — Onorevoli menzioni ne furono accordate moltissime, e piacemi
ricordare quella alle Monache Carmelitane di Granges, che posseggono una
manifattura di vetri che pazientemente dipingono. — Ma parliamo ora delle
vetrate turche.
Il Culto Maomettano ha mutuate dal Cristianesimo le vetrate colorate e
dipinte. Sono i disegni complicati arabeschi intrecciati con motti devoti :
« Dio mio vivo sempre. »
« Non altro Dio che Alldh. »
« Dio e il tutlo. »
e simili: appartenevano agli espositori francesi che molto lavorano per P 0-
riente.
Dalle indagini fatte a Vienna intorno alla parte cconomica di questa ma
nifattura mi risulta, che per la sua bontä e soliditä occorrono tre condizioni
essenziali:
1. ° Lo spessore del vetro non minore di tre millimetri.
2. ° Tin mnmhntnrn elip ilpvp püspi’p hpnp «tnppntn
2. " La piombatura ehe deve essere bene stuccala.
3. ° La superficie delle lastre che non deve essere di piü di metri I a
L 50 e ben assicurata con triangolature.