MUSEI INDUSTBIALI.
quanto vaghe e nessun documento sulle istituzioni create, o falle progredire
a questo scopo in molti di essi.
II Belgio si alfrettö a complelare il suo Museo industriale a Bruxelles di
,ina collezione di libri e di modelli di ornamentazione: le scuole di belle arti
furono riforraate per adattarle ai bisogni dell’industria; Fattivitä privata con-
corse in ciö col Governo. — La Societä Brussellese di incoraggiamento delle
manifatture ha organizzato delle esposizioni periodiche e dei concorsi. Tutto
ciö e poco conosciuto in Europa; ma riesce di molto profitto alla industria
locale.
La Danimarca alla Esposizione universale di Parigi (1867) manifestö nelle
sue produzioni manifatturiere uno sviluppo rimarchevole ed originale dell’ e-
lemento artistico, dovuto forse alla influenza della scuola artistica di Copenaghen
diretta dal celebre Torwaldsen. Sopratutto i mobili, gli oggetti di oreficeria, di
ceramica si distinguevano per nobiltä di forme ed eleganza di decorazioni.
La Societä di incoraggiamento di Copenaghen ha costituito una specie di
Museo artislico-industriale, al quäle hanno sempre accesso libero gli artigiani
e gli operai, raccogliendo in esso eollezioni di modelli dal punto di vista tecnico
e preziose edizioni relative alla ornamentazione.
Ciö che e rimarchevole si e quanto avvenne nella stessa Francia. -— Essa
non aveva tanto bisogno di promuovere l’elemento tecnico nell’industria, avendo
giä scuole ben ordinate e moltiplicate a tal uopo ed il Conservatorio d’arti e
mestieri di Parigi, che e il piü grande Museo industriale tecnico che si conosca.
La supremazia del gusto nelle forme e nelle decorazioni, Fimperso nella moda,
essa li aveva sempre conservati lino al 1851. Ma da quell’epoca le altre na-
zioni, accortesi della loro inferioritä da questo lato, si accinseio a gaieggiaic
con essa. I progressi ottenuti in cosi breve tempo dalle sue rivali; 1 educa-
zione artistica industriale cosi potentemente promossa in Inghilterra, gli sforzi
della Germania e della Russia per educare i manifatturieri ed il pubblico ad
un gusto nazionale che rendesse meno ricercati i prodotti e le mode fraucesi,
le strapparono un grido di allarme per F antica superioritä che tanto con-
tribui alla sua ricchezza.
La distanza che separava i prodotti francesi, sotto il rapporto dell eleganza
e del gusto, da quelli degli altri paesi minacciava di essere tolta. Privat!, isti-
tuzioni e governo se ne preoccuparono. — Giurati, dotti, fabbricanti, coi ioro
rapporti e colle loro osservazioni avvisano il pericolo e cercano di svegliare
Findustria dal soiino sui proprii allori, in cui la dicono immersa. — La stampa
diviene l’eco di questi timori e di questi rimproveri. La Francia in un paros-
sismo di gelosia si raccoglie e si prepara a conservare la sua superioritä este-
tica; il governo la seconda. L’Iinpero fece grandi sforzi per rinforzare e pro-
pagare Fistruzione tecnica; parecchi milioni furono spesi per il Conservatorio
d’arli e mestieri di Parigi e per le gallerie del Louvre. Una grande inchiesta
fu aperta nel 1863 sull’insegnamento professionale tecnico ed artistico ed il Mi-
nistro d’Agricoltura, del Commercio e dei Lavori Pubblici, nel proporla all Im-
peratore. adduce precisamente questa motivazione: « I risultati dell’ullima espo
sizione universale del 1862 a Londra hanno potuto far teinere che la Francia
fosse rimasta stazionaria nella produzione di opere d arte e di guslo, nelle