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grotpo xv.
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non tutti feeero, come si conveniva, il dover loro. Essendo tornato a Parigi s
dopo poche settimane, il Boucherot, il Targioni tenne la presidenza della
sezione. Lavoraxnnio insieme con ardore e amore: e io posso affermare, con
fede di galantuomo, che in nessuna esposizione si fece un esarae cosi
compiuto e accurato su gli olii commestibili, come quello che noi fa-
cemmo a Vienna, un esame minuto, nulla trascurando e tutto osservando
con uno spirito paziente di ricerca. E le mille e piü bottiglie di olii di
tutto il mondo furono saggiate a una a una, e io ho ancora il mio tac-
cuino rabescato di cifre e di giudizi sotnmarii, che piü tardi, finito l’esame,
ci servirono di criterio per dare i premii.
Io sono lieto di scrivere questa relazione, la quäle gl’ italiani pos-
sono leggere con soddisfazione del loro orgoglio nazionale. Se 1’ Italia
a Vienna e rimasta per tanti versi inferiore ai paesi piü civili e pro-
grediti del mondo, in falto di produzione olearia e risultata la prima, in-
comparabilmente prima fra tutte, sia per la quantitä, sia per la qualitä
del prodotto. Se 1’ esposizione universale di Vienna non avesse avuto altro
risultato, che quello di dare al mondo la convinzione che 1’ Italia e la
contrada piü innanzi a tutte le altre nella produzione e manifattura dell’olio
commestibile, questo risultato potrebbe farci contenti.
Dunque siamo i primi. Sopra 144 espositori di olii 1’Italia ha preso
14 medaglie di progresso(la piü alta distinzione dopo i grandiplomi di onore)^
49 di merito, e 47 diplomi di merito. La Spagna con 120 espositori ottenne
5 medaglie di pi’ogresso, 22 di merito e 25 diplomi; la Francia, cioe la
Provenza, Nizza e l’Algeria con 34 espositori, 10 medaglie e lOmenzioni;
l’Austria, cioe il Trentino e la Dalmazia con 18 espositori 3 medaglie e
10 diplomi; la Grecia con 27 espositori 2 medaglie e 7 diplomi, e la Turchia
con un numero di espositori, che non rammento, perche alla Turchia non
riusci di avere un catalogo, 2 medaglie e 2 menzioni. Mandammo maggior
numero di espositori, e abbiamo avuto maggior numero di premii, seb-
bene alcune contrade oleifere d’ Italia, fra le piü ubertose, non abbiano
partecipato alla mostra. La penisola Sorrentina, per esempio, tutta popolata
di oliveti, non fu nxppresentata a Vienna, e cosi pure la Calabria. La
Sardegna ebbe due espositori solamente, e la Sicilia poteva darne piü.
Prima di discorrere degli olii italiani, e bene che io spenda alcune
parole circa gli olii stranieri, che concorsero coi nostri e furono da noi
giudicati. La Grecia e la Turchia producono olio in molta quantitä, ma
di qualitä pessima, un olio torbido e nerastro, punto piacevole al palato,
e disgustoso tanto da non potersi odorare. Non fu possibile avere schia-
rimenti di nessuna natui'a, perche quei commissarii o non si fecero vedere
aiTatto, o se furono qualche volta in nostra compagnia, vi stettero da muti.
In molte provincie dell’ impero Ottomano si produce una gran quantitä
di olio di oliva di cui si fa commercio grosso ; si fa ascendere a 24,000,000
di lire il valore dell’ esportazione. Le principali contrade che producono