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GRUFFO IV.
sono stati una rivelazione per tutti, e perche, parlando di essi, ho potuto
dir cose utili a sapere, e far paragoni necessarii alla natura di questo
scritto. Parlo ora degli olii italiani.
PARTE SECONDA.
Gli olii italiani.
Oli espositori italiani di olii commestibili furono 459, secondo il ca-
talogo, ma veramente furono 144. II maggior contingente fu dato dalla
Toscana e dalla Puglia. Concorsero largamente la Liguria, l’Umbria e le
Marche, poveramente laLombardia, il Veneto, il Piemonte e i due Principati,
mediocremente 1 Abruzzo Teramano e la Sicilia, meschinamente la Sardegna;
e non concorsero punto le Calabrie e la Campania. Tutto compreso, il
concorso dell’ Italia poteva e doveva essere maggiore. In tal caso un con-
fronto esatto fra la produzione olearia nazionale sarebbe stato possibile.
Oggi non Io e; e io che scrivo una relazione su gli olii inviati all’espo-
sizione e non un libro, dichiaro che non mi occuperö punto di quelle
contrade oleifere italiane che non parteciparono alla mostra internazio-
nale. Scrivo quel che ho veduto coi miei occhi e giudicato col mio giudizio.
L’ ulivo cresce rigoglioso in quasi tutte le contrade d’Italia, sulle rive
dei laghi, sulle roste dei mari, e su quelle alture rocciose, dove ogni altro
albero non potrebbe resistere alla violenza dei venti, e all’ariditä dei
suolo. E 1 albero nostro favorito, e Columella lo disse addirittura il primo:
Olea quae prima omniurn arborum est.
Che sia il piü utile non e da dubitare. L’Italia produce in media
4,700,000 ettolitri di olio dei valore di 250 milioni di lire circa. Due
terzi di cosi ricca produzione sono consumati nel regno; il resto si
esporta per un valore variabile dai 96 agli 87 milioni, ma sempre
crescente pel progressive aumento dei prezzo 0). L’olio e il prodotto
italiano di maggiore esportazione. Ne mandiamo in tutto il mondo,
sopratutto in Ingliilterra, in Francia, in Austria e in Russia. L’olio e
tanta parte della nostra ricchezza e dei commercio generale, che quando
il ricolto non n’e copioso, non siamo noi solamente, che ne risentiamo il
danno, ma e tutto il mercato che lo risente, non potendo la Spagna, la
Turchia, la Grecia, la Provenza, la Dalmazia e I Algeria, per le ragioni
che io ho dette nella prima parte di questo scritto, colmare il vuoto.
L’Italia non e solamente la piü ricca produttrice di olii, ma e pure la
migliore produttrice, e gli olii nostri sono i piü ricercati e i meglio pa-
(1) Statistica dei commercio speciale d’importazioDe ed csporlazione, dal 1 gennaio a tutlo il diccmbrel873
col confronto dello stesso periodo deH’aiino anteriore.