OLII COMMESTIBILI.
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gati per la qualitä intrinseca del prodotto, qualitä assolutamente ottima,
senza confronti e senza menzogne.
Questo fu il giudizio portato su g-li olii italiani all’ esposlzione di
Parigi, e questo giudizio fu con maggiori e piü forti argomenti confer-
raato all’esposizione di Vienna. Delle eontrade italiane, quella ch’e in-
nanzi a tutte per la migliore e quasi perfeüa produzione olearia, e la Toscana.
Gli olii di Lucca hanno fama di essere i migliori del mondo. In Toscana
oggi non si producono quasi piü olii cosi detti da ardere, i quali vi sono
mandati dall’ Umbria. Si puö calcolare che un ottavo del prodotto della
Toscana e adoperato per i lumi, ed e l’olio di sansa, 1’ultimo olio che
esce dalle olive. E tutto olio commestibile quello che coli si produce; e
tutto olio commestibile quello che si esporta dal porto di Livorno e va
in Franeia e in Inghilterra, secondo ch’esso e di qualitä acerba o dolce.
Gli olii acerbi di Toscana sono mescolati in Franeia e in America agli
olii di sesamo, di arachide e di altri semi per rendere questi commesti-
bili. Senza la mescolanza o taglio, come si dice con voce tecnica, sarebbe
impossibüe mangiare Folio di semi.
Certo la Toscana ha raggiunto nella produzione olearia un grado di
perfettibilitä meravigliosa. II signor Angelo Gori, negoziante e produt-
tore di olio della provincia di Firenze, interrogato dal presidente del
Comitato d’ inchiesta industriale se per l’olio da mangiare l’Italia potesse
temere concorrenza. rispose che siffatta concorrenza nessun paese del mondo
poteva farla all’ Italia , perche non v’ e che F Italia che possa dare un
prodotto di qualitä finissiraa. La sola Spagna ne dä qualcosa, ma non ci
reca danno 6).
Siflatti perfezionamenti del resto non sono stati estemporanei nella
Toscana. Fino al 1846, per esempio, non vi erano che gli olii di Lucca, di
Calci, di Buti e del Chianti che avevano un certo credito all’estero. Gli
olii delle altre eontrade non ne avevano uno maggiore degli olii pugliesi
di quel tempo. L’olio si faceva col sistema antico ; si faceva con aequo
ealda; si lasciavano riscaldare le olive tenendole ammonticchiate, come
si fa aneor oggi in tante parti d’Italia. In tutto il Sanese e in tutto
FAretino non si cominciö, per esempio, che nel 1846 a mutar sistema. per
opera principalmente del barone Ricasoli e del conte De Gori. II De Gori,
come dichiarö egli medesimo al Comitato delF inchiesta industriale, in-
cominciö a occuparsi della fabbricazione dell’olio, escludendo completa-
mente l’acqua ealda, adottando l’acqua fredda, e conservando con ogni
cura l’oliva distaccata dall’albero. Ciö presentava nna certa di/Ticoltä nei
primi tempi, sia perche la stratificazione del frutto conveniva che fosse
sottile, acciocche il frutto ammassato non si riscaldasse, sia perche tenendo
(1) Atli del Comüato delV inchiesta industriale, puntala III, calegoria 1. Olii.
Esposizione Universale 1873 — Gruppo IV.
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