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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 15, Gruppo II. - Matiere tessili. - Piante oleifere. Gruppo IV. - Olii commestibili

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GRUPPO IV. 
olive sono tenute distese in Iuoghi spaziosi, ricchi di aria e di luce, per 
cui ogni fermentazione si rende impossibile. II proverbio leccese: chi macina 
fresco macina franco, e un sistema in tutta la Toscana. Tantoil frantoio 
quanto lo strettoio non hanno nulla di notevole coli; sono gli antichi 
frantoi e strettoi, quelli con macine verticali o ritte mosse da motore 
animale, cavalli, bovi o somari, precisamente come nelle provincie meri- 
dionali; questi di legno, a vite, e mossi dagli argani con l’aiuto delle 
braccia. E il medesimo sistema dell’ Umbria e delle Marche. Da qualehe 
tempo vi si sono introdotti i torchi in ferro con gabbie di giunco o bruscole 
per la pasta delle olive. Parecchi proprietarii, ma non sono molti, hanno 
introdotto i motori a vapore; qualcuno i pressoi idraulici, ma quelli e questi 
sono pochissimi. II barone Ricasoli, che certamente e uno dei piü intelligenti 
agricoltori toscani, eom’e certamente fra i piii ricchi (egli ha dichiarato 
nella sua seheda di espositore di produrre ogni anno nella sua fattoria 
di Brolio nel Sanese 250 quintali di olio, che vende a grossi mercanti 
d’Inghilterra e di Francia), fa uso di macine in pietra per 1’infrangi- 
mento delle olive, macine mosse da motori animali, e di strettoi in ferro 
della fabbrica Guppy di Napoli mossi da forza umana. Nella sua fattoria 
di Brolio egli ha otto macine e altrettanti strettoi. Fu questa la sua 
dichiarazione in risposta alle domande segnate nelle schede degli espo- 
sitori. I motori a vapore sono rari in Toscana, neH’Umbria e nelle Marche. 
Dei prineipali produttori di quelle contrade, quattro soli dichiararono di 
averli introdotti. Io ho innanzi Ie schede degli espositori con le risposte 
fatte ai quesiti dei Ministero. Alla dimanda: quali miglioramenti avete in 
trodotto nelle macchine e negli altri utensili deivostro opificiol non si rispose 
nulla da quasi tutti gli espositori toscani, dell’Umbria e delle Marche. 
Nulla risposero, fra gli altri, il De Gori, il Rospigliosi, il Serristori, il 
Fusi, il Ricasoli, l’Orsetti, che sono fra i piü ricchi produttori d’olio di 
Toscana; nulla il conte Graziani di Civitanova (Marche), il cav. Doni di 
Macerata, il sig. Fabi di Castelfidardo, il barone Danzelta e la contessa 
Cesarei di Perugia ; nulla i fratelli Pianciani di Foligno, il sig. Mancini 
di Panicale, il sig. Toni di Spoleto ed altri. Le dichiarazioni di costoro 
sono tutte uniformi: non hanno introdotto nei lori opifici alcun mi- 
glioramento notevole; ai torchi in legno pochi hanno sostituito i torchi 
in ferro con gabbie in giunco, ed al motore animale pochissimi il motore 
a vapore. E quasi generale invece la macina verticale. II maggior numero 
degli espositori, che dichiararono di produrre per trenta e quaranta mila 
lire all’anno, risposero anzi con moltissima ingenuitä di non aver in 
trodotto nulla di nuovo, nulla di diverso dall’antico, ne per macchine, 
ne per utensili, ne per sistema. E i loro olii sono eccellenti e furono da 
noi premiati con medaglia di merito, perche sarebbe stato ridicolo pre- 
miarli con medaglia di progresso. 
Fra le tante schede di espositori toscani, umbri c marchigiani, sola
	        
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