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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 15, Gruppo II. - Matiere tessili. - Piante oleifere. Gruppo IV. - Olii commestibili

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GRUPP0 IV. 
ai suoi concittadini di migliorare Ia produzione, e di mettersi a paro 
della Toscana, che quasi non produce piü olio da ardere, come ho detto 
innanzi? Piü ragionavoli sono i consigli dati dai signori Giuseppe Isnardi, 
e Secondo Biancheri di Ventimiglia. Essi ammettono il danno della con- 
correnza degli olii di seme ai nostri olii comuni e agli olii stranieri di 
oliva, e chiedono un aumento del dazio d’importazione per questi, e una 
diminuziune del dazio di esportazione degli olii nazionali. Ancli’ essi am- 
mettono che in qualche piazza della Liguria si sieno fatte delle adulte- 
razioni nel commercio dell’olio, con infinito danno dell’esportazione, perche 
i consumatori si sono rnessi in diffidenza Ü). 
Degli olii di Piemonte, di Lombardia e del Veneto dirö poco per due 
ragioni: la prima che gli espositori ne furono appena sette e di essi nes- 
suno ebbe medaglia, e due appena una menzione onorevole, e perche i 
progressi ottenuti in quelle regioni nella fabbricazione degli olii di sesamo, 
di noce, di ravizzone e di lino, massime in Piemonte, non sono pari ai 
progressi per la fabbricazione degli olii di olivo. Questi difatti sono fab- 
bricati assai male; li trovammo rancidi e di color torbido, e immeri- 
tevoli di considerazione. I progressi ottenuti in Piemonte nella lavora- 
zione dei semi oleiferi sono stali immensi. Dal sesamo di Levante e dal- 
l’arachide di Spagna fanno olii sopraffini per tavola. Da pochi anni e 
principiata anche nel Piemonte la coltivazione in terreno vergine di questi 
semi. II Piemonte, la Lombardia e il Yeneto si prestano molto alla col- 
tura del ravizzone e dell’arachide; ma attualmente se ne coltiva poco o 
nulla. Yi si coltivano invece in piü larga misura il sesamo, il lino, 
il cotone e il ricino. I semi del primo ci vanno in gran parte dalla Sicilia, 
che ne produce dell’eccellente, superiore a quello del Levante. Gli olii 
commestibili prodotti dal Piemonte, dalla Lombardia e dal Yeneto non 
servono nemmeno a soddisfare i bisogni locali; sono per la maggior parte 
olii da ardere, e quelli da mangiare s’ importano dalle altre provincie 
del Regno. Sülle rive dei laghi d’ Iseo, di Como e di Garda cresce l’ulivo, 
ma sembra con poca fortuna per la qualitä del terreno principalmente. I 
processi per l’estrazione non sono del tutto barbari. La pressione si fa con 
torchi ordinari, che vanno sempre perfezionandosi, e le olive vanno al 
frantoio appena raccolte. Si stritolano in apposite fabbriche i nocciuoli, 
ma non esiste veruno stabilimento per trarre profitto dagli altri residui 
delle olive dopo 1’ estrazione dell’ olio, e con l'aiuto dei mezzi chimici. 
Nella provincia di Como, per esempio, e cessata quasi interamente la pro 
duzione dell’olio di oliva, ad eccezione di piccole localitä sul lago, e ciö, 
s’ e da credere alla deposizione scritta del dottor Tinelli di Laveno, per 
l’atterramento dei boschi circostanti. Si produce invece discreta quantitä 
di olio di noce, che pure va diminuendo per l’atterramento di quelle 
(1) Deposizione scritta dei sigg. lsnardi e Biancheri di Ventimiglia. Atli del Comilalo d’ inchiesla industriale.
	        
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