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ORUPPO IT.
sivaniente grassi; il colore n’e limpido, e si accosta molto al paglierino
degli olii di Liguria. Teramo ha un operoso Comizio Agrario, che fa
bene col consiglio e con l’esempio; ha proprietarii intelligent! e ricchi
come il De Cesaris, il Ciotti, il Casamarta, il duea d’Atri e il Paolini, e
ha potuto in pochi anni ottenere cosi grandi progressi. Ora eine terzi della
produzione olearia di quella provincia sono rappresentati da olii com-
mestibili. Ouei proprietari intendono come non vi sia per essi utilitä
a produrre olii da ardere per l’estrema concorrenza , che questi hanno
dal petrolio, e come non ci possa essere per i proprietari di oliveti mag-
gior convenienza di quella di perfezionar sempre il prodotto. E la grande
veritä, che si principia a intendere un po’ per volta in tutte le provincie
meridionali. E difatti che enorme differenza di valore tra gli olii comme-
stibili e quelli da ardere o da macchine!
Ma io devo fare un’ultra lode agli espositori della provincia di Te
ramo. Essi e pochi egregi espositori di Terra di Bari mandarono gli
olii chiusi in bottiglie decenti, e piü che decenti, belle a vedere per la
forma svelta e la bontä del cristallo, e per cartellini di gusto semplice.
Degli altri espositori vorrei quasi non discorrere, per non nudare una
piaga comune a quasi tutti gli italiani, che concorsero a Vienna, come
avrebbero concorso a una mostra di provincia. Rammento ancora certe
bottiglie idropiche di pessimo vetro, empite di olio, di vino o di aceto,
cartellini spesso senza il nome dell’espositore, per cui perdevamo la
testa, o cartellini appiccicati col pane, e turaccioli coperti di pece o
ceralacca fetida ; rammento ancora i meschini fiaschi impagliati degli
espositori toscani, e le conserve all'aceto o allo zucchero chiuse in vasi
di farmacia da far venire il colera, e frutta secche raecolte in cassettini
quadrati, foderuti di carta d oro e di carta rossa, e vetrine microsco-
piche e goffe. E qui mi sia permesso di fare un’osservazione. Nelle Mostre
internazionali non e utile esporre, se non si espone decentemente; trascu-
rare la forma e una grande sconsigliatezza, perche non solo non vi
si fa buona figura, ma non si richiama T attenzione del pubblico e dei
giurati sulle cose esposte. Generalmente in Italia non si comprende ancora
il valor vero delle Mostre internazionali da parte dei piecoli e dei grandi
espositori. L’ aver cura della forma si crede un lusso, e perö una spesa
buttata, alla quäle si ribellano la taccagneria e la poltroneria. Eppure
per i grandi espositori come per i piccoli un’Esposizione mondiale e una
fortuna, e i qmttrini spesi per pigliarvi parte sono largamente compen-
sati dalla pubblicita straordinaria, la quäle non si potrebbe ottenere che
spendendovi fortissime somme. Un’ Esposizione internazionale e una fiera, un
mercato una festa internazionale, e perö offre il modo piü facile di conoscere
e di essere conosciuto. di vedere e di esservisto. Per gli espositori forestieri
tutto ciö costituisce valore, ed e veramente valore, e perö si paga. Noi ita
liani crediamo che valore non sia. Questo e uno sproposito , che rivela