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GRUPPO IV.
Marge. Sono piccole alture rocciose, s« eui nasce e prospera 1’ulivo. Ee-
cellenti trovammo altresi gli olii del Beltrani di Trani, quelli del muri-
cipio di Ruvo, del signor Piacente di Bitonto, del signor Milelia e della
ditta Paolucci Seitz Zublin di Bari, e del signor Capocchiani e fratelli
Fontana di 3Iolfetta. Furono premiati alcuni con medaglia di progresso
e altri eon medaglia di merito. Gli altri espositori ebbero tutti menzione
onorevole. Ga quel che io ne so, di olii ordinari da servire per macchine, per
sapone o per ardere se ne produce ora appena un terzo in Terra di Bari;
gli altri due terzi sono olii commestibili, fini e sopralfini. Quanto progresso.
Ne minore e il progresso per gli olii lavati. Vi sono diversi stabili-
menti per l’eslrazione dell’olio dalla sansa, particolarmente a Bari ed a
3Iolfetta. I principali sono quelli dei signori Sarlin di Bari, Pansini Gallo,
Boccardo e F ontana di Molfeüa, e del signor Gattola di Trani. La casa Pansini
Gallo e la casa Sarlin, ch esposero a Vienna, ebbero premio. L’estrazione
dalle sanse si fa generalmente col solfuro di carbonio.
La provincia di Lecce non trovasi nella condizione della provincia di
Bari. Sono assai pochi i paesi, dove si e introdotta, non senza gravi dif-
iicolt.i, qualche nuovo meccanismo, qualche motore a vapore, qualche ma-
cina. Nel loro insieme le cose non sono mutate. Bari difatti da un eccel-
lente tipo di olio, e Lecce ne da uno cattivo; gli olii di Bari hanno un
valore in media di -15 a 20 lire di piü al quintale di quelli della pro
vincia di Lecce; gli olii di Bari sono generalmente mangiabili, e quelli
della provincia di Lecce sono destinati a solo uso di conibustione, di sa
pone, di macchine, e di fabbriche di panni tanto in Italia che fuori. Le
cause sono sempre le stesse e possono indovinarsi; sono cause comuni del
resto alla niarina ionia della vicina Basilicata, alle Calabrie e alla Sicilia.
Sono olii ordinari e da fabbrica. Olii commestibili se ne fanno pochi, da ser
vire al bisogno delle famiglie, e si estraggono dalle olive fresche, macinate e
appena raccolte; non si vendono e non se ne fa commercio. L’immensa quan-
tita di olii esportati da Gallipoli e destinati in Francia e in Inghilterra
sono olii ordinär», fabbricati non altrimenti degli olii della Turchia, della
Grecia, della Dalmazia e della Rabilia. Dicesi che l’enorme diflerenza fra
gli olii della due provincie vicine dipenda dalla diversa natura delle olive.
Ciö e falso. Gli olii del baroneBacile di Spongano, che noi premiammo con
medaglia di progresso, pur rimanendo inferiori agli olii piü fini di Terra
di Bari, erano buonissimi e cosi pure quelli esposti dalla Giunta di Lecce,
i so» due olii inviati da quella provincia all’Esposizione di Vienna 1 Al
confine fra il Leccese e la Basilicata, sulla riva destra del Jonio, proprio
sul golfo di Taranto, c’e per esempio la grande tenuta d’olivi del barone
Ferrara, dove si producono olii come i piü buoni di Terra di Bari. E
in tutta la marina ionia, che non ha condizioni di suolo e di clima
punto diverse da quelle di Terra di Otranto, si produce di recente olio
commestibile. Montalbano, Bernalda, Pisticci, mangiano olii proprii di