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OLII COMMESTIBILI.
490,000 quintali di olio, di eui appena 40,000 di olio commestibile, si e
naturalmente presi da sconforto, e la causa bisogna pur troppo cercarla al-
trove. Si dira: ma in Sicilia c’e la grande produzione ? Va benissimo;
e questa una ragione, ma non c’e forse la grande produzione in Terra di
Bari e in Capitanata ? O le leggi finanziarie di quelle regioni sono di
verse dalle leggi finanziarie della Sicilia e della Sardegna 0)?^
Gli olii di Sardegna sono acquistati in parte dai commercianti della
vicina Liguria, che li purificano e li mettono in commercio nelia stessa
Sardegna sotto il falso nome di olii di Nizza. Si vendono per nulla e si
ricomprano a prezzo carissimo. Di chi e la colpa? Non e degli ste»si pro
prietari sardi, che non hanno fatto e non fauno nulla per rendere mi-
gliori i loro olii ? In Sardegna c’e ignoranza perfetta di tutto; anche la
coltivazione dell’ ulivo e quasi primitiva. Gli olii di Sardegna sono in ge
nerale fetidi, gommosi e rancidi.
Dirö un’ ultima parola, che poträ servire di conclusione a questo mio
lavoro. In nessuna deposizione orale o scritta dei tanti industriah e possidenti
uditi dal Comitato d’inchiesta industriale; in nessun rapporto di Camera di
Commercio; in nessun libro o opuscolo dei tanti che ho avuto per le mani
io ho trovata espressa Topinione che nelle contrade meridionali d Italia,
e particolarmente in Calabria, in Sicilia e in Sardegna non si possa per
ragioni di clima o di condizione di suolo, per difiicoltä invincibih m-
somma, ottenere una buona e migliore produzione oleifera. Tutti sono di
parere potersi perfezionare gradatamente il prodotto, potersi ottenere o n
lini e commestibili in maggior copia, solo che si abbia il coiaggio e la fe( e,
che hanno avuto i pugliesi e gli abruzzesi. Non e giä che le regole e i sistenn
s’ignorino; si sanno e da tutti, in Puglia e in Sicilia, in Calabi ia e in San c
gna, nei Principati e in Abruzzo. Che ci vuol dunque? Ci vuole il coraggio, ci
vuole la fede, ci vuole la risoluzione virile di far meglio a un po’ per volta e
ispirandosi negli esempi di Toscana, di Liguria, dell Umbria, delle Mai che,
di Abruzzo e di Puglia. Certo sono nel mezzogiorno dltalia difficolta im
mense e quasi straordinarie; laggiü c’e da rifar tutto ; ce da cominciare
da capo, ma non per questo abbiamo da sgomentarci. Si e visto di che fosse
stata capace 1’ Italia negli Ultimi cinquant’ anni per migliorare e perfe
zionare i suoi olii, che sono ora i primi dei mondo, e chi dira che nei nuovi
tempi, avendo oramai le condizioni della prosperitä nostra nelle nostie
mani, vorremo mostrare al mondo che non siamo stati e non siamo
capaci di fare di piü? Gli olii d’oliva costituiscono una larga paite
della nostra ricchezza. Non dobbiamo fermarci sulla via cosi arditamente
(1) Le cause me della non buona coltivazione dell' ulivo e preparaztone dell'olio, e i rimedi per cor-
reggere le pessime usanze della Sicilia, sono slati chiaramente ed accuiatamenle esposli dal piof. Girolanio
Caruso nel suo tratlato, che puö considerarsi una monografla coraplela sulla coltivazione dell’ulivo e la mani,
fattura dell’olio nell’isola.