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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 15, Gruppo II. - Matiere tessili. - Piante oleifere. Gruppo IV. - Olii commestibili

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GKUPPO II. 
Belgio e nell’isola Yersey la cultura di quella pianta fu tentata con favo- 
revoli risultati: perö nonviassunse mai proporzioni considerevoli. II Berti 
Pichat dice che lino dal 1786 questa pianta fu coltivata con successo da 
un certo Jlalvezzi nell’agro bolognese. Naturalmente non potendo soste- 
nere la concorrenza che a questa pianta in quella contrada faceva la ca- 
nape, ne fu abbandonata la coltivazione. Successivamente la troviamo in 
orti botanici, a Torino, come e detto di sopra nella nota a pag. 7, a 
Bologna stessa nel 1860 nel giardino di quella universitä, al quäle ne fu 
fatto dono da un certo ßiagio Bianconcini che l’aveva veduta e coltivata 
a Roma. Nel 1869 il Ministero d’Agricoltura ne fece sperimentare la colti 
vazione nei terreni di Paterno annessi all’istituto forestale di Vallombrosa 
a 300 m. circa sul livello del mare. Ed in questo stesso anno per cura 
del Ministero medesimo eguali prove si sono iniziate. Gli esperimenti sono 
affidati alla stazione agraria di Caserta, alla scuola speciale di agricoltura di 
Altamura, alla colonia agricola di Caltagirone, ed al Comizio di Oristano. 
Crediamo che in molte localita dTtalia il Ramie troverebbe le condizioni 
di clima e di suolo atte a farvela prosperare. Resta ora a provarne il tor- 
naconto. I saggi di coltura fatti nell’ agro bolognese e gli scarsi risulta- 
menti ottenuti non possono fornjre elementi per esatte deduzioni, avve- 
gnache non bisogna dimenticare che la regione bolognese va celebrata per 
la sua bellissima canapa e le novitä non si fanno facilmente strada in 
agricoltura, specialmente se gli esperimenti sono fatti in condizioni cosi 
sfavorevoli. 
II Becker, giä accennato, assicura che la Societä Medail e Comp, ha 
intrapreso la cultura del Ramie nelle sue proprietä di Venezia, Bologna 
e Firenze. A Venezia e Firenze riuscirono le prove, a Bologna no, forse 
per difetto di coltivazione. 
A Jlontpellier, in Francia, questa pianta era conosciuta fin dal principio 
di questo secolo, come ce ne assicura il catalogo speciale degli oggetti esposti 
dall’Algeria. Da Montpellier fu introdotta nell’Algeria stessa dove si spera 
di svilupparne largamente la cultura, consacrandovi, dice il catalogo, 
« quelques-unes de ces terres les plus riches et les plus profondes, oü 
» ces plantes avec le concours de l’irrigation se developpent d’une ma- 
» liiere tout ä fait luxuriante ». Nel 1863 il Journal de l’Jgriculture 
pratique ne fece la descrizione e la raccomandö caldamente. 
Nel 1867 un certo Don Benito Roezel introdusse questa pianta negli 
Stati del Sud dell’Unione Americana, e la coltivazione vi prese in poco 
tempo tale sviluppo da far diminuire quella del cotone, specialmente nella 
Luigiana, nel Texas, nel medio e basso Missisipi. E tuttavia materia di 
studi e di esperienze il metodo da adoperare per la riduzione degli steli 
in filamenti. Intorno a questo argomento troviamo nel catalogo speciale 
dell’ Algeria la seguente annotazione: « Elles (piante) produisent donc 
» leur tige ä un taux assez bas, mais leur traitement est tres-difficile et
	        
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