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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 15, Gruppo II. - Matiere tessili. - Piante oleifere. Gruppo IV. - Olii commestibili

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GRUPPO II. 
Citeremo in prirao Iuogo YHibiscus cannabinus, pianta originaria del- 
l’India, ove si vuole raggiunga l’altezza di circa un metro e mezzo. 
II metodo adoperato per trarre dai fusti la parte filamentosa e presso 
a poco quello in uso fra noi per la canapa ed il Iino. Un tal M. Dupre, 
di Algeri, aveva presentato alcune fibre dell’ Hibiscus Abelmoschus, che 
diceva di aver preparato con un metodo suo speciale, del quäle non aveva 
dato alcuna indicazione. 
La fibra dell’ Hibiscus e meno delicata e lucida di quella del Ramie, 
ma si vuole sia piü durevole e forte. 
Sul principio del 1872 il Ministero di Agricoltura inviö alla Societä di 
acclimazione di Palermo alcuni semi di questa pianta avuti dall’Egitto, 
affinche fossero sperimentati. Le pianticelle, sorte dai semi, crebbero ri- 
gogliose e raggiunsero l’altezza di circa metri tre. Nel 1873, il 15 aprile, 
la Societä scriveva al Ministero nei termini seguenti: « Il sottoscritto si 
» fa un debito di manifestare a V. E. che la coltura dell’ Hibiscus can~ 
» nabinus, eseguita in questo giardino di acclimazione, riesci prospera- 
» mente, essendosi ottenuto una buona quantitä di piante, i di cui fusti? 
» messi a macerare in vari modi, diedero una materia tessile di tale 
» finezza e tenacitä da far credere a priori ad una superioritä sul canape 
» comune ». 
La pianta sembra annuale, e qualche volta bienne, e, stando a quello 
che si dice, produrrebbe per ogni ettaro circa 24,000 chilogrammi di 
tiglio, il quäle, purgato dalle lische, si ridurrebbe a chilogrammi 4000 di 
stoppa buona ad essere filata e tessuta. 
Fra gli altri Hibiscus di cui vedevansi i prodotti alla esposizione di 
Vienna, va ricordato YHibiscus tiliaceus o Paritium tiliaceum, comune nelle 
due penisole dell’ India, nelle isole vicine, nell’Oceania, in quelle del mare 
del Sud, nella China, nelle Antille, e neH’America meridionale. Quegli 
abitanti si servono delle fibre di questa pianta per fabbricarne cordami, 
vele e tele grossolane, e gli strati del libro vengono adoperati per legare 
in paccbetti i sigari d’Avana. 
Dalla Guyana francese si avevano fibre delY Hibiscus esculentus, AeXYHi- 
biscus Sabdariffa, dell’ Hibiscus guyanensis; dall’ Isola di Francia quelle 
della Malvaviscus arboreus e delYAbutilon indicum; dal Giappone quelle 
del YHibiscus Manioth; dall'Isola di Maurizio quelle dell’ Hibiscus mutabilis, 
liliiflorus, esculentus, populnea, e di altre specie che si dicevano dell’Africa 
centrale senza altra indicazione; dall’India dell’Hibiscus rosa-sinensis, sy- 
riacus, della Sich retusa, glutinosa, velutina e rhomboidea; dalla Mar- 
tinica quelle della Malachra ovata. 
L’uso che vien fatto delle fibre di queste piante, ci fa lamentare che 
presso di noi non si tragga alcun partito dalle malvacee che spontanea- 
mente crescono nel nostro suolo. 
Fra queste vogliono essere ricordate YHibiscus pentacarpus, YHibiscus
	        
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