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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 15, Gruppo II. - Matiere tessili. - Piante oleifere. Gruppo IV. - Olii commestibili

MATERIE TESSILI. 
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trionum, e YHibiscus roseus, al quäle, pare, alludesse Yirgilio, quando 
nelle Egloghe cantava: « Dum sedet et gracili fiscellam texit hibisco ». 
Agli Hibiscus sono da aggiungere altre piante rieche di sostanze fila- 
mentose appartenenti alle citata famiglia, come la comunissima Allhaea 
ofßcinalis e 1 ’A.cannabina, la Lavatera arborea, Olbia, maritima ed agri- 
gentina. 
§ 8. — Del Moro da carta. 
II moro da carta, Morus o Broussonetia papyrifera, originario della 
Cina, del Giappone, ed anche delle isole del mare del Sud, somministra 
una materia filamentosa, ruvida e poco flessibile. Diversi campioni ne erano 
esposti a Vienna, tanto nello stato greggio, quanto ridotti in filo, in corda 
ed in tessuti rustici. 
La filaccia essendo scadente di fronte a molte altre, si e preferito 
impiegarla a preferenza per la fabbricazione della carta cosi da scrivere 
che da stampare. Perö la gran quantitä di fibre che contiene questa carta 
renderebbe a noi molto difficile di scriverci sopra con penne di oca o di 
acciaio, le quali rimarrebbero intricate con le loro punte in questo dedalo 
di fibre. Ciö non aecade ai Giapponesi che si seryono di piccoli pennelli P). 
üna particolareggiata relazione del nostro console Barili al Giappone, 
resa di pubblica ragione, descrive minutamente il sistema adoperato dai 
Giapponesi per la fabbricazione della carta, e da notizia di alcuni det- 
tagli non ancora conosciuti. Non entrando questi nel nostro argomento, 
ci limitiamo a dirne i seguenti particolari. 
Della Broussonetia papyrifera, della quäle si fabbrica la carta, si cono- 
scono tre varietä, col nome di Makodsu-Zeurikake, Kagiso e Tokaso. Si 
pianta generalmente sugli argini delle risaie o nei terreni smossi, e si 
tratta a ceduo per averne continuatamente virgulti nei quali abbiasi piü 
abbondante la parte filamentosa. Le fibre si riducono in poltiglia con i 
metodi giä noti e descritti dal Savi e da altri, e con quella si fabbrica 
poi la carta per usi diversi. Dalla carta fina e trasparente, che prende il 
posto dei cristalli per le finestre, si va (ino a quella che per spessore e 
qualita somiglia alle pelli ed al cuoio. Con la carta piü fina, ridotta in 
sottili listarelle avvolte sopra se stesse, si fabbrica filo che somiglia a 
quello del Uno e del cotone, meno consistente perö e si preparano tessuti 
di gradevolissimo aspetto ed abbastanza resistenti. Il console ha accom- 
pagnato il suo rapporto con un pregevolissimo campionario di tutti i 
preparati della Broussonetia. 
(1) Pare che la carta piü fina dei Giapponesi e dei Chinesi sia proparata col midollo del Panax (Aralia) 
papyrifera, Koch.
	        
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