MATERIE TESSIU.
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La pianta, della quäle ci oceupiamo, fu seoperta, come diaiizl e stato
detto, dal sig. Banck, e da esso ne furono inviati i semi a quasi tutti i
giardini d’Europa; ma per difetto di germogliaraento non se ne ebbe al-
cun resultato. Nell’anno -1798 Labillardiere di ritorno in Francia, dopo
il viaggio intrapreso per la ricerca dello sfortunato Lapeyrouse, portö
seco diverse piante di Forrnio. Una nuova fatalitä attendeva anche questa
volta il prezioso vegetale. Ferveva allora la guerra tra la Francia e l’In-
ghilterra ed il naviglio che riconduceva in Francia Labillardiere, giunto
in vicinanza del suolo francese fu perquisito asportandone tutto ciö
che conteneva, comprese le piantine del Forrnio. Labillardiere pote in se-
guito riavere, merce Fintercessione d’ autorevolissimi personaggi, le sue
collezioni scientifiche, ma le accennate piante erano state gia distrutte
per incuria o per gelosia.
Un poco piii tardi il celebre Aiton, direttore del giardiuo botanico di
Rew, ne spedi a Thouin pel giardino botanico di Parigi, e merce la mol-
tiplicazione di quelle, il Forrnio fu introdotto in tutte le parti di Europa,
piü come pianta d’ ornamento, che come pianta d’ utilitä pubblica.
Oggi perö si sa che questa pianta prospera in alcune contrade della
Irlanda, dove fu introdotta da lord Salisbury e specialmente nei
terreni magri e sabbiosi delle contee Cork, Woterford e Limerick; che
in Francia vegeta anche mediocremente sotto il clima di Parigi, ove perö
spesso e danneggiala fortemente dai geli. Nelle parti piii meridionali della
Francia, in vicinanza del mare, come presso Tolone, non solo vive, ma vi
fiorisce e vi porta i semi a maturitä.
In Italia il Forrnio fu coltivato in molli giardini fin dal 1812. In quel
l’anno il Bertoloni lo introdusse presso Sarzana, in un terreno sabbioso,
leggiero e non preparato in alcun modo. Le piante prosperarono mera-
vigliosamente e diedero foglie che superavano l’altezza ordinaria d’un uomo.
S’ignora che cosa avvenisse poi di quella cultura; ma dal fin qui detto
emerge chiaramente con quanta probabilitä di buon successo si potrebbero
intraprendere nuovi esperimenti suila convenienza della coltivazione di
questa pianta nel nostro paese, introducendola nei terreni sabbiosi ed in-
colti, cosi abbondanti Iungo le coste dei nostri mari. E ci e grato di ac-
cennare che il Ministero ha giä preso le necessarie disposizioni per intra
prendere codesti esperimenti in Sicilia e nella Sardegna.
Nel padiglione del principe di Monaco erano esposli alcuni campioni
di fibra di questa pianta.
§ 2. — Bell’ Agave.
L’Agave americana dei botanici, detta impropriamente fra noi Aloe, ap-
partiene all’ordine delle Amarillidee. Originaria dell’ America, come lo dice
il nome specifico, fu introdotta in Europa fin dal 1501, e si accomodö