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GRUPPO II.
talmente alle condizioni del clima nella parte piü meridionale di essa da
rendervela oggi una delle piü volgari (*).
Le foglie grosse e carnose di questa pianta racchiudono internamente
un fascio di filamenta parallele, tenute insieme dal tessuto cellulare.
I selvaggi americani schiacciano queste foglie fra due cilindri, ne
estraggono la fibra che poscia purgano con reiterate lavature dal residuo
parenchimatoso e viscido che la ingombra, e poscia cardandole se ne ser-
vono per far corde, reti e tele grossolane.
In Europa sursero varie fabbriche per la estrazione e lavorazione delle
libre Aell’Agave. Ed e a notare con compiacenza come, fin dal 16 marzo 1765,
l’abate Perini leggesse all’Accademia dei Georgofili di Firenze una memoria
suUa natura dell’ Aloe e sopra alcuni lavori fatti con questa pianta. E trovasi
riferito in questa memoria che con le fibre dell 'Aloe, sole od associate al
lino od alla seta, si fabbricavano in qualche parte della Toscana tessuti sva-
riatissimi per consistenza e colorito.
Ma ne in Toscana, ne in altre parti d’Italia, ne in Francia, ne in
Ispagna pare sia attecchita queH’industria ed abbia dato notevoli risulta-
menti, non ostante i miglioramenti introdotti.
In Francia si era trovato il mezzo di ridurre le fibre in una sostanza
filamentosa e delicata; in Italia si era fatto altrettanto dai fratelli Perelli
Ercolini di Milano. Pare anzi che la materia ottenuta da questi Ultimi
fosse anche piü soffice e lucente di quella che si otteneva in Francia ed
in Algeria.
Oggi per quanto sappiamo, la fibra AeW Agave si adopera quasi
sempre nello stato naturale, dopo averla perü ben purgata dalle materie
che la imbrattano e che le stanno tenacemente aderenti. A quello stato
le fibre sono d’un bianco lucente, resistenti e quasi somiglianti al crino
di cavallo. In queste condizioni appunto, si assicura, vengono adope-
rate in una piccola fabbrica di Torino ove si preparano, ad uso quasi
esclusivo della Societä delle ferrovie dell’Alta Italia, Stoffe, che, tinte in
nero, sono dalla Societä stessa adoperate per le carrozze di seconda
classe.
Secondo il pregevole catalogo degli oggetti esposti dall’Algeria, ogni
pianta d’Agave dä colä, approssimativamente, ogni due anni, 256 grammi
di filaccia bianca un po’ secca, ma molto resistente. E secondo questo do-
cumenlo, dal residuo parenchimatoso, viscido ed alcalino, che involve le
fibre delV Agave, si trae anche partito per la fabbricazione del sapone.
Molti erano gli espositori di cotal materia, sia allo stato greggio, sia ri-
dotta in vari lavori, come corda, reti, tessuti e moltissime di quelle cose-
relle di lusso o di fantasia che quasi non hanno nome, come sarebbero
(1) Diversi attlori, fondandosi sopra alcune differenze che correrebbero fra lo pianto crescenli in America
c 1« noslre, pensano che qnesle sieno mamente indigenc del noBlro paese. 1 piü pero propendono ad amniet-
tere l’amnula hitroduzione.