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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 15, Gruppo II. - Matiere tessili. - Piante oleifere. Gruppo IV. - Olii commestibili

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GRUPPO II. 
tutte ollrono un’ovatta morbida e leggera, di cui si avevano i saggi dalla 
Guadalupa, dalla Martinica, dal Senegal, dal Coromandel, dal Malabar, 
dal Bengala, e finalmente dal Brasile. 
La cura che gli altri popoli addimostruno nel porre sotto gli occhi dei 
visitatoii delle Lsposizioni universali i prodotti, i quali, sia perche non 
si e trovato ancora il modo di trarne un partito abbastanza rimuneratore, 
sia perche poco abbondanti, non occupano un posto molto considerevole 
nella serie delle produzioni naturali di ciascun paese, ci fece lamentare 
l’assenza assoluta nella nostra sezione di sostanze identiche alle accennate. 
Ae noi ne manchiamo. In Italia, infatti, sia che vi nascano sponta- 
neamente, sia che vi si allevino negli orti e nei giardini, abbiamo diverse 
piante appartenenti alle famiglie delle Asclepiadee e delle Apocinee, ne ci 
sono ignoti affatto i prodotti che da esse possono ricavarsi. 
Anzi molte di queste piante ebbero fra noi l’appellativo di piante cleila 
seta, e, come ci e stato assicurato, diversi tentativi, non sempre coronati 
da buona riuscita, si sono fatti per utilizzarne la materia filamentosa. 
Aei giaidini nostri si coltivano pi 11 o meno le seguenti: Asclepias syriaca 
o Loi tiuli detto Cotone egiziano, YAsclepias curassavica, originaria di S. Do 
mingo, 1 Asclepias mcarnata, la tuberosa e la fruticosa, Linn., o Gompho- 
carpus fruticosus, Rönn., originaria del Capo di Buona Speranza , ma 
che oggi cresce spontaneamente in Sardegna , in Sicilia ed in Corsica. 
La prima e 1 ultima delle accennate specie sono le piü importanti ri- 
guardo alla produzione della sostanza filamentosa. II Bertoloni (Flor, ital., 
vol. III, pag. 45) dice che in Terra d’Otranto si coltivava 1’Asclepias 
fruticosa, e col pappo si fabbricavano diverse specie di stoffe per uso di 
vestimenta. 
Anclie la Periploca angustifolia, che cresce nelle isole Egadi ed in 
quelle di Lampedusa e Linosa, offre nei suoi follicoli una lanugine ana- 
loga alle precedenti che viene impiegata per imbottirne i coltroni da letto. 
Alle apocinee indigene appartiene infine VApocinum venetum, Linn., 
spontaneo nei contorni di Venezia e di Trieste, che alcuni segnalano piü 
per la fibra del fusto, che per i filamenti dei semi, fra le piante atte a 
dare materia tessile. 
Varie sono le ragioni che si oppongono alla filatura della materia 
serica contenuta entro i follicoli delle menzionate piante ed a fabbricarne 
lela. Si dice che i fiocchi strappati ai semi, atteso la loro tenuitä, mal si 
riducono in filo, eche la tela che se ne ottiene non ha eonvenevole durata. 
A ciö si e tentato di rimediare cardando e mescolando quella peluria 
con cotone o con seta, ma nel cardare una quantitä di piccolissimi peli 
sfugge alla massa, e Iibrandosi nell’aria viene inghiottita dai lavoratori. 
Oltre a ciö la miscela con la seta rende cari i tessuti, senza che abbiano 
poi un merito correspettivo. 
Molte delle Asclepiadee e delle Apocinee da noi rammentate, oltre la
	        
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