MATERIE TESSILI.
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nei pratl e nelle colline delle parti settentrionali della penisola, e che i
botanici chiamano Chrysopogon o Pollinia Gryllus.
Quelle barbe o radiche appariscono come filamenti piü o meno lunghi,
leggermente torti od angolosi, di colore bianco gialliccio allorquando sono
preparate.
L’uso piü comune cui quelle barbe si destinano si e quello delle scope
e delle spazzole e bruschini da panni, ma se ne intessono anehe trecce,
stoini da piedi, coperte e consimili oggetti.
Radiche somiglianti alle precedenti vedemino nella sezione dell’India
inglese, le quali si dicevano prodotte dall’ Jnotherum muricatum.
I fusti di varie piante monocotiledoni e dicotiledoni divisi in Iamine
piü o meno grosse ed anche i ramicelli delle seconde servono, in molti
casi, ad intrecciare oggetti di vario genere, che riescono frequentemente
di uso molto comune ed economico.
Cosi, per esempio, si fabbricano in tutte le regioni di Europa grandi
cesti, panieri e consimili oggetti con lamine di legno di castagno, frassino,
olmo, e talora si impiegano allo stesso scopo i virgulti delle specie stesse alle
quali si debbono aggiungere il Nocciolo, la Betula, il Citiso, il Ligustro
ed alcuni altri.
Talora queste lamine, per mezzo di macchine, si riducono cosi sottili
da poterle intrecciare ne piü ne meno della paglia; e cosi vengono pre-
parati i cappelli ed i tappeti, specialmente col legname del Pioppo tremulo
(Populus tremula).
Una in lusti ia speciale e rappresentata dalla intessitura di vimini, con
i quali si fanno culle, panieri, porta-fiaschi ed altri svariatissimi oggetti
non privi talvolta di una certa eleganza.
In Italia quest’arte, praticata per lo piü dai contadini stessi, e molto
estesa, ma non ci risulta che sia diventata una vera industria e che esistano
fabbriche o centri di fabbricazione come in Francia, dove popolazioni intere
vivono con i frutti che ne ricavano.
A Yervins, per esempio, si contano non meno di tremila famiglie occu-
pate in questa industria e che pongono annualmente in commerdo per un
valore di piü di due milioni e mezzo di franchi di panieri, di ceste, che
vengono spedite, in gran parte, in Inghilterra ed in America.
Ai medesimi usi servono nelle regioni tropicali i tenui fusti od i rami
celli delle Hane scandenti, che intessono in quei boschi quasi delle reti ine-
stricabili ; e quelle di alcune altre piante, come di una Zinsiberacea
(Maranta sp.) con cui gli abitanti della Guyana fabbricano i loro pagaris
o panieri, e ddl’Abrus precatorius, che il medesimo ufficio reca agli iso-
lani nell'Oceano indiano.
In questa categoria possono riporsi anche i lavori fatti da alcuni popoli
col Bambu, e quelli per forma e per usi svariatissimi, che si fabbricano
con i Calamus, e segnatamente con le specie viminalis, verus, scipionum e