42
GRUPPO II.
rudentum, l’ultima delle quali ha il fusto estremamente lungo e cosi fles-
sibile e resistente da servire nelle regioni native da corde per ferinare le
ancore delle navi, per trascinare i carichi di molto peso e per legare gli
elefanti non domi.
CONCLUSIONE.
Molte e di svariata natura sono le sostanze filamentose e tessili tratte
dai vegetali, delle quali abbiamo fatto parola in questa relazione; eppure
e bene si sappia che quelle citate da noi non rappresentano lo intiero
numero di quelle che liguravano nella Esposizione Universale di Vienna.
Le lacune, che un piü diligente ed esatto osservatore potrebbe rinve-
nire nel nostro rapporto, non possono essere messe tutte a carico di chi
ebbe l’onore di redigerlo, avvegnache le difficoltä che si incontrano per
tener conto di tutto, non siano di cosi poco momento come a prima vista
potrebbe sembrare, sia pel modo col quäle le sostanze filamentose erano distri—
buite in quell’enorme spazio ed in quel laberinto di edifizi che costituiva
la Esposizione di Vienna, sia per la mancanza assoluta di qualsivoglia
dato e perfino di nome volgare che in qualche caso noi avemmo a lamentare.
Se si volesse poi dalle cose viste e riferite trarre un qualche costrutto
pel nostro paese, noi non esiteremmo ad indicarlo.
II fatto ha mostrato con quanto arnore, con quanta cura e solerzia, e
con quanta lodevole insistenza, quasi tutti i popoli abbiano fatto a gara
col presentare le sostanze filamentose da essi scoperte nei vegetali dei pro-
pri paesi o quelle che seppero ottenere dalle piante esotiche.
L’Italia ha essa fatto altrettanto? Erancamente no. E vero che essa
conta fra le sue culture piante filamentose di merito incontestabile, la canapa,
il lino ed anche il cotone, ma ciö non basta a giustificare la indifferenza
in cui tiene molte piante, delle quali potrebbe trarre partito, ed il quasi
nessun interesse che dimostra nel tener dietro a ciö che si fa altrove, allo
scopo specialmente di ricavar profitto dalla non piccola quantita di terreni
incolti, e improduttivi.
Il Ramie, la Jute, l’Hibiscus connabinus, il Lyijeum spartum, il Lino
della Nuova Zelanda, la Carludovica palmata sono tutte piante che potreb-
bero giovarsi delle condizioni del nostro clima e dei nostro suolo. Qual
che esperimento fu fatto, come abbiamo veduto, rispetto ad alcune di esse,
per iniziativa quasi sempre del Governo, ma le prove vogliono essere
ripetute largamente e condotte con quella insistenza e pertinacia che
occorre per raggiungere i grandi intenti. Quello che per le piante eso
tiche si e detto, vale anche per le piante indigene. Nel corso di questa
relazione abbiamo accennato ai vegetali spontanei della penisola che sa-
rebbero capaci d’accrescere il numero delle ricchezze naturali Offerte dal