MATERIE TESSILI.
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nostro suolo; le ortiche, le malvacee ed alcune titimelee, papilionacee e
graminacee. Puö egli dirsi veramente che di esse, salvo rarissime eccezioni,
il paese si sia occupato altrimenti che per soddisfare ad una sterile curio-
sitä? Forse molte cose ci sono ignote, ma i grandi fatti e Ie imprese di
qualche considerazione difficilmente si nascondono ora allo sguardo inda-
gatore de’pubblici fogli, alle indagini che si fanno quotidianamente dai
Comizi agrari, alle sollecitudini del Governo. D’altronde se eon questi mezzi
non fossimo giunti a scoprire l’esistenza di alcune rilevanti industrie agra-
rie, la palestra offerta dalla Esposizione di Yienna avrebbe colmato le lacune.
IVoi siamo ben lungi dal gettarci o dal desiderare che altri si getti in braccio
a facili entusiasmi per cose nuove, ina crediamo che 1’ esempio altrui ci possa
essere di sprone, ci possa indurre a sperimentare con rigore per ricavare
poi dalle prove conseguenze sicure, le quali piü che altrove abbisognano
nelle imprese agrarie prima di dar mano a riformare ciö che abbiamo. Ma
perö occorre porsi all’opera con ardore si, ma ardore temperato da con-
venevole prudenza, proponendoci per fine d’aumentare con lo studio, con
la illuminata esperienza e con la perseveranza i tesori della prosperitä
nazionale.
APPENDXCE.
Mentre stavamo compilando la presente Kelazione, avemrno la oppor-
tunitä di visitare la Esposizione internazionale di orticoltura e giardinag-
gio tenuta in Firenze nel maggio ultimo, e vi osservammo una ricca colle-
zione di fibre tessili presentate dal sig. Yan-Den Brink, giardiniere in capo
al giardino botanico di Utrecht (Paesi Bassi).
Se le fibre esposte fossero state tutte identiche a quelle delle quali ci
siamo occupati nella relazione, avremmo ritenuto inutile di far menzione
di esse; ma poiche in mezzo a molte conosciute e citate nel nostro scritto
altre ve ne erano alcune poco note e che mancavano alla Mostra Univer
sale di Yienna, abbiamo stimato conveniente di darne qui un cenno, affin-
che la monografia riesca piü completa.
Dei prodotti preparati con foglie di palme vedemmo nella citata rac-
colta, oltre le stuoie e le corde fatte con lamine di foglia di Phoenix
dactiliferoj altri tessuti grossolani fabbricati nel modo identico con Ia foglia
della Phoenix spinosa di Angola; cappelli e corde con quelle dello Astro-
caryum vulgare del Brasile; una specie di crino nero tratto dalla Arenga
saccharifera di Giava e le corde preparate col crino stesso; spazzole e so-
miglianti oggetti costruiti con le foglie giunchiformi della Attalea funifera
del Brasile; cordami intessuti con le fibre di colore bianco o nero tratte
dalle foglie della Corypha umbraculifera delle Antille e dalla Caryota urens
del Ceylan; le guaine fibröse e quasi intrecciate ad arte della Livistona