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GRÜPPO II. — MATERIE TESSILI.
chinensis, e la flbra della Mauritia jlexuosu. Le Musacee erano rappresen-
tate dalla Abaca o canapa delle Antille, che si ottiene dalla Musa lextilis
e le Asparaginee dalla Dracaena Draco con le sue fibre sottili e lucenti
quasi come il nostro lino; dalla Dracaenaeopsis australis, dalla quäle si
avevano le fibre quasi simili alle precedenti, ma meno robuste; dalla San-
seuiera seylanica che offre una materia filamentosa bianca e lucente quasi
come il crino; e dalla Yucca aromatica con le fibre della quäle si preparano
al ßrasile cordami resistenti e tessuli grossolani. Belle fibre, ma giä co-
nosciute abbastanza, si vedevano nella raccolta, tratte da una specie di
Ananasso (Liberia); dall'Agave vivipara, da\Y Agave cantula e dalla comune
Agave americana, da un altra specie d’Agave delle Antille non che da una
Furcroya originaria pure delle Antille, e dal Phormium tenax, o lino della
Nuova Zelanda.
Una fibra grossa, rossa e di color ferrigno osservavasi pure nella mostra
e si diceva tratta dalla Artobotrys zeilanica delle Anonacee, pianta origi
naria del Ceylan.
Il Coscinium fenestratum della famiglia delle Menispermee ed originario
del Ceylan era rappresentato da cordami grossolani fabbricati con i suoi
ramicelli pieghevoli e sottili, e la Sterculia caribaea delle Antille ed un'altra
specie delle Isole Filippine presentavano le fibre contenute nei loro strati
corticali.
Le famiglie delle Tigliacee, delle Malvacee, delle Urticee offrirono belle fi
bre per resistenza e lucentezza, e segnatamente il Corchorus pyriformis e
texlüis delle Indie; la Triumphetta altheoides delle Antille e la Grewiasila-
folia, il Paritium tiliaceum e 1 ’elatum di Cuba, ed un’altra specie che al
Ceylan chiamano Motchle; 1’ Urenia lobata della Guyana, lo Hibiscus
cannabinus delle Indie Orientali e l’altra specie che al Ceylan chiamano
Nawa-patta; il Gnetum gnemon di Giava.
Finalmente si osservava nella menzionata collezione una sostanza
filamentosa grossolana del Lasiosyphon eriocephalus del Ceylan; una scorza
di pianta detta Battica dagli Africani che, quasi senza preparazione, somi-
gliava ad un tessuto rozzo, se vuolsi, ma ben condotto; gli strati del libro
della Hilopia frutescens e quella sottilissima della Lecythis ollaria del Bra-
sile; corde fabbricate con la materia filamentosa ofierta dalla Salacia
diandra delle Indie Orientali; le foglie bianchissime e tenaci d’una specie
di Ruppia proveniente dal Giappone e finalmente il crino vegetale della
Tillandsia usneoides sul cui conto non riuscimmo a procurarci a Firenza
notizie maggiori che a Vienna.