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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 15, Gruppo II. - Matiere tessili. - Piante oleifere. Gruppo IV. - Olii commestibili

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GRÜPPO II. — MATERIE TESSILI. 
chinensis, e la flbra della Mauritia jlexuosu. Le Musacee erano rappresen- 
tate dalla Abaca o canapa delle Antille, che si ottiene dalla Musa lextilis 
e le Asparaginee dalla Dracaena Draco con le sue fibre sottili e lucenti 
quasi come il nostro lino; dalla Dracaenaeopsis australis, dalla quäle si 
avevano le fibre quasi simili alle precedenti, ma meno robuste; dalla San- 
seuiera seylanica che offre una materia filamentosa bianca e lucente quasi 
come il crino; e dalla Yucca aromatica con le fibre della quäle si preparano 
al ßrasile cordami resistenti e tessuli grossolani. Belle fibre, ma giä co- 
nosciute abbastanza, si vedevano nella raccolta, tratte da una specie di 
Ananasso (Liberia); dall'Agave vivipara, da\Y Agave cantula e dalla comune 
Agave americana, da un altra specie d’Agave delle Antille non che da una 
Furcroya originaria pure delle Antille, e dal Phormium tenax, o lino della 
Nuova Zelanda. 
Una fibra grossa, rossa e di color ferrigno osservavasi pure nella mostra 
e si diceva tratta dalla Artobotrys zeilanica delle Anonacee, pianta origi 
naria del Ceylan. 
Il Coscinium fenestratum della famiglia delle Menispermee ed originario 
del Ceylan era rappresentato da cordami grossolani fabbricati con i suoi 
ramicelli pieghevoli e sottili, e la Sterculia caribaea delle Antille ed un'altra 
specie delle Isole Filippine presentavano le fibre contenute nei loro strati 
corticali. 
Le famiglie delle Tigliacee, delle Malvacee, delle Urticee offrirono belle fi 
bre per resistenza e lucentezza, e segnatamente il Corchorus pyriformis e 
texlüis delle Indie; la Triumphetta altheoides delle Antille e la Grewiasila- 
folia, il Paritium tiliaceum e 1 ’elatum di Cuba, ed un’altra specie che al 
Ceylan chiamano Motchle; 1’ Urenia lobata della Guyana, lo Hibiscus 
cannabinus delle Indie Orientali e l’altra specie che al Ceylan chiamano 
Nawa-patta; il Gnetum gnemon di Giava. 
Finalmente si osservava nella menzionata collezione una sostanza 
filamentosa grossolana del Lasiosyphon eriocephalus del Ceylan; una scorza 
di pianta detta Battica dagli Africani che, quasi senza preparazione, somi- 
gliava ad un tessuto rozzo, se vuolsi, ma ben condotto; gli strati del libro 
della Hilopia frutescens e quella sottilissima della Lecythis ollaria del Bra- 
sile; corde fabbricate con la materia filamentosa ofierta dalla Salacia 
diandra delle Indie Orientali; le foglie bianchissime e tenaci d’una specie 
di Ruppia proveniente dal Giappone e finalmente il crino vegetale della 
Tillandsia usneoides sul cui conto non riuscimmo a procurarci a Firenza 
notizie maggiori che a Vienna.
	        
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