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öRUPPO II.
come utilissimo esempio da proporre agli agricoltori italiani. Avrei desi-
derato di trovare qualche seine del cosi detto Ricino d’America (Iatropha
uretis), ma non vi seppi riuscire, locche non signifiea che non ce ne fasse,
perciocche il rintracciare quasi correndo fra si sterminato numero di og-
getti esposti, era poco adatto al rinvenire.
45. Pel Ricino si accordarono le seguenti distinzioni:
Medaglia di Merito:
De Stepani Stefano (Verona), semi di ricino e radici d’Ireos.
Goby Federico (Algeria), per arachide e ricino.
Menzione ONOREVOLE:
Gadschi Abudallah (Caucaso), ricino.
Mokri Samuele (Ungheria), ricino.
Di esponenti italiani noterö pure il Pellicciari della provincia di
Bari, e il Serego di quella di Verona. Quantunque il Ricino sia una
euforbiacea annua presso di noi, ed arborea nell’Oriente dove alla sua
ombra vuolsi riparasse il profeta Gionata, inerita considerazione presso i
nostri coltivatori meridionali, e ricordo ancora la bella mostra di 13 va-
rietä del medesimo, fatta nel 1861 in Firenze dal signor Console di
Palermo.
Questi semi, sotto una pressione moderata, offrono un olio analogo a
quello di mandorle dolci; le sue qualitä acri, purgative ecc., le manifesta
quando la pressione pii'i energica agisce anche sull’embrione. 11 Colza puö
dare anche 880 chilogrammi per ettaro, e il ricino 512. Ma quando que-
gli 880 importano L. 880, questi 512 ne valgono 1500.
46. Di Arachidi si videro mostre pregevoli dell’Algeria, delle Colonie
Orientali ecc. Espositori italiani erano il Faa di Bruno di Alessandria,
il Sanguinetti di Bologna, e il Morlicchio di Scafati. Parecchi fra i Giu-
rati settentrionali conoscevano appena V Arachis hypogea: quindi non si
die la dovuta importanza a questa graziosa oleifera, la cui coltivazione
merita incoraggiamento nelle provincie meridionali, ed anche centrali in
buona esposizione, pe’ terreni sciolti, di colmate ecc. La varietä indiana
piuttosto piccola, ma pesante, produce nell’Africa sino a 30 quinlali di
semi per ettaro, che vengono pagati a Marsiglia da 36 a 40 lire. Nell’AI-
geria si vendono anche a lire 46 perche si consumano, ip luogo, abbru-
stiati. La varietä indiana ha d’inviluppo il 18 per 100, e le 82 parti
rimanenti danno quasi 33 chilogrammi (in due pressioni a freddo) d’olio
limpido, ed anche eommestibile se si adopera fresco. In Inghilterra ed in
Francia spesso si spaccia quäle miglior olio di olivo di 1» qualitä. L’uso
di quest’olio venne prescritto in Francia per gli spedali militari. Difatti
1 esercito francese disceso in Italia nel 1859, n’avea seco in abbondanza
Ottime le sanse pel bestiame, ed anzi, quando affatto libere d’olio, com-