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GRUPPO II.
90. II Lino della China comunemente detto lute, e un Corcoro tessile
(Corchorus capsularis o C. textilis) ed anche il Corchorus olitorius offre
tiglio molto grossolano, macerato dai Chinesi col vapore, e da pochi anni
venuto in gran voga in varie parti d’Europa. Dalle Indie si spedivano
al principio del seeolo per l’Inghilterra annualmente circa 500 balle
(chilogr. 75,000) di lute. Nel 1872 se ne sono esportate da Caleutta quasi
2 milioni di balle (chilogr. 300 milioni). Questo aumento di consumo
derivö dall’esperienza, che dimoströ resistente questa pianta tessile quanto
qualunque altra. II Warden riscontrö che non solo resiste all’acqua, ma
eziandio alla bollitura. Produttrici di lute potrebbero divenire parecchie
contrade italiane; ma questa pianta non da tigli per tessuti fini. Nel Bengala
se ne fanno anche vesliti da donna, ma in generale in Inghilterra s’im-
piega in tessuti misti, cioe unito a vero lino, a cotone e anche a seta.
Belle mostre di Iute(C. olitorius) aveano esposte il Bellanger (Martinica),
il De Gorec (Indie Francesi).
91. Migliaia di fusi anche in Germania filano lute. Mentre cominciö
appena a far mostra di se nella Esposizione di Londra (1851); in quella
di Vienna tutte le tende della grande Rotonda, le coperture de’ pila-
stri, ecc. erano di lute. Quindi inutile cercarne nelle mostre della Cina,
del Giappone, d’Iava, dell’Indie.
92. L’Agave, erba colossale, perenne e filamentosa abbonda molto in
Sicilia, ove in moltissimi luoghi forma come siepe viva anche lungo le
strade vicinali, e per termine divisorio di attigue proprietä: e vi ha volgar
nome di Zabarra. Levata la scorza, alcuni ne cardano la polpa fibrinosa
ancor verde; e sottratta la parte gommosa e pultacea, se ne ricava il
tessuto tenace atto alla filatura. Cotesta specie di stoppa applicasi ad una
conocchia tenuta da un operaio, mentre il filo a mano a mano si ayvolge
in un arganello che un altro operaio fa girare. Taluni macerano le foglie
AeW Agave nell’acqua, come si opera colla canapa; poi le schiacciano fra
due cilindri, le rasciugano e scotolano. Il Castro di Palermo avea esposte
corde di Agave. Filacce di Agave americana, di Agave del ßlessico , di
Agave felida provenivano dal Giardino di acclimazione d’Algeri, ed Agave-
Aloe dal Costerisan di Orano; di Agave mexicana dal Bellanger della
Martinica; di Agave americana e di A. fretida dal VlLLENEUVE della Gua-
dalupa.
93. Fra i prodotti esposti dal Brasile furono rimarehevoli i filamenti
di varie specie di Palme, fra le quali quella chiamata Tucum. Una fibra
tessile pregevole e pure ottenuta dalla corteccia di un albero detto, se
non erro, Emberiba della provincia di Pernambuco, fibra lunga quanto
1 albero e tenacissima. Vi furono pure belle mostre di tiglio tratte da
corteccie di Palme, di Banani e d’altre piante arboree, obbietto della
III Sezione. Non saprei ommettere perö le materie tessili esposte dallo
IIardy, direttore del Giardino di acclimazione di Algeri, tratte dal Ba-