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in Francia per 1’ ufficio delle dogane di Vercelli, erano
esenti di dazio. Sul prodotto del dazio di esportazione
delle sete si doveva istituire il fondo di 2,000,000 di
lire, destinato ad incoraggiare le fubbriche di seta del
regno d’ Italia.
§ 11.
Trattati di commercio e scambi internazionali.
Mentre si accettavano questi sistemi daziari si pen-
sava in Italia anche a trattati di commercio.
Un trattato di commercio fra 1’ Italia e la Francia
non era perö necessario, anzi gli storici faticano a com-
prendere come due nazioni, che 1’ onnipotenza del pri-
mo Napoleone aveva unificate colle leggi e col governo,
potessero ricorrere a siffatti spedienti. Se non che le
idee economiche, allora in voga, danno ragione anche
del modo col quäle il trattato si voleva redigere, e se i
richiami del vicere e F assenza dell’ imperatore non vi
avessero recato impedimento, egli e certo che il trattato
avrebhe avuto effetto, e per esso si sarehhe diminuito il
dazio d’ introduzione dei vini e dei tessuti di cotone,
fabbricati in Francia, vietata 1’ entrata di quelli pro-
venienti dall’ estero : per esso il Governo di Francia
avrebbe conceduto ai mercanti del regno la libertä del
traffico nelle colonie francesi.
E qui mi cade in acconcio di riferire un documento
importante e poco noto, ed e un atto del presidente del-
la camera di commercio di Venezia al prefetto del di-
partimento dell’ Adriatico, nel quäle, a proposito di un
progetto di trattato fra il regno d’ Italia e quello del
Wirtemberg, si danno le seguenti notizie.