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II dipartimento dell’ Adriatico somministrava alla
Sassonia alcune Stoffe di seta, maschere, teriaca, cremore
di tartaro, occhiali e cannocchiali; e queste erano ma-
nifatture di Venezia; e il dipartimento dell’ Adriatico
e le altre provincie di questa regione spedivano in
Sassonia sete greggie e lavorate, Stoffe di seta, cordel-
lame e sete cucirine, manifatture del regno, nonche
lane, cotoni, galle, spongie ecc., e droghe di Levante
di ogni genere.
Molte manifatture del regno di Sassonia non erano
straniere alle nostre Industrie. Alcune fabbriche anda-
vano crescendo ed attivandosi; e a farle fiorire vie piü
si chiedeva (al solito) che fossero animate, che non si
somministrassero ad estranea nazione quei generi, che
possono essere alimento ai nostri lavori ecc. Ma pur
troppo questi generi esteri vincevano i nostrali, e seb-
bene nel 1808 le fabbriche attive in Venezia, suscetti-
bili di coltura, erano, a detta del presidente della ca-
mera di commercio (1), quelle di berrette, telerie di lino
e canape, rassette, composte di lana e filo, schiavine e
felzate, pur troppo esse, non rettamente studiate, erano
in decadenza; e bene fu avvertito che i tessuti di oro e
di argento, i velluti lisci, i damaschini, che prima si
spedivano in gran copia negli Stati ottomani erano
vinti dalla concorrenza delle sete francesi, migliori pella
bellezza del tessuto e delle tinte. Cosi i saponi e i cri-
stalli furono vinti dai prodotti esteri: le raffinerie de-
gli zuccheri cessavano, le manifatture a lume e le con-
terie si vendevano assai meno.
Ora che dicemmo delle industrie, se consideriamo
(1) 8 maggio 1808.
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