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persone: delle quali morirono 8742, e 69,793 persone
furono vittime della carestia. Le condizioni del Yeneto
erano pessime anche senza di ciö; i miserabili accre-
sciuti, F alimento pessimo, la pellagra dominante ; sieche
dai rapporti del 1816 ne risultano colpiti 79,239 per
sone. Venezia fu in particolare 1’ afflittissima in l'ra tutte
le cittä : molte famiglie rieche andarono ad abitare al-
trove: e la sua popolazione, dal 1813 al 1818, diminui
di 12,047 abitanti. Le condizioni dell’ industria agricola
erano pure assai tristi in tutte le provincie venete. Ed
il lino e il canape specialmente costituivano una vislosa
passivitä, mentre il suolo ed il clima erano cosi favore-
voli alla loro produzione.
Pella industria mineraria si trovano, raccolte dal
Quadri, notizie molto importanti sulle miniere di rame
in Agordo, di terra bianca ad uso di porcellana al Tretto
(Vicenza) e sulle nitriere di Treviso. Gli opiflei erano 288
e occupavano 1,794 individui: erannuoprodottoammon-
tava a L. 1,398,515, il quäle veniva devoluto in parte ai
privati proprietari ed in parte al regio tesoro. Ma que-
sti numeri nulla ci dicono che possa appagare lo spi-
rito osservatore, perche mancano di critica e di concetto
scientifico. Pella lavorazione del ferro i forni, le fucine, i
magli, vi avevano in complesso 304 opifici, che occupava
no 1159 operai: pei lavori di oro ed argento si annovera-
vano 221 operai. I vetri, i cristalli e le conterie davano
pane a 3,510 operai; e gli opifici ammontavano a 738
con 719 fornaci; 76 dei 738 erano pei lavori a lume,
pei quali non faceva mestieri fornaci. La seta era nel
1818 di tenuissima entitä. Nel 1816 si raccolsero lib-
bre 1,369,661 di bozzoli, dai quali si trassero libbre
ital. 262,187 di seta. Ora, la sola provincia di Vicenza,