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Volltext: L' Italia industriale - studi con particolare riguardo all'Adriatico Superiore (Regno d'Italia e Imperio Austro-Ungarico) ; Industrie marittime

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braio), la quäle regolava la navigazione di navigli ca- 
richi di sale. Per vero, a buon diritto si osservava che, a 
difendersi dal contrabbando, non si aveva perö a fare 
leggi cieche, le quali nuocessero agli equipaggi ed ai 
bastimenti. L’ Adriatieo, essendo mancante di porti di 
salvezza, lungo la costa dello Stato pontificio e del regno 
di Napoli, non potevasi vietare 1’ approdo ai capitani, in 
caso di sinistro, nei porti della Dalmazia, obbligandoli 
cosi a lottare contro gli elementi. 
Mentre tali provisioni venivano chieste pel miglio- 
ramento dei Irafüci non si intralasciava di esporre al 
Governo le triste condizioni degli abitanti. E noi avem- 
mo la fortuna di raccorre queste doglianze, che ci forni- 
scono il modo di descrivere Venezia nel 1825 e nel 1827. 
§ 15. 
Venezia nel 1825. 
Monsignore L Pirker patriarca di Venezia descri- 
veva all’imperatore Francesco I la miserrima condi- 
zione degli abitanti di Venezia con prospetti statistici. 
II giornale il Times del 15 novembre 1825 riprodu- 
ceva la importante Relazione, e quattro giorni dopo vi 
accennava il Journal des Debats (19 novembre) (1). Il 
Pirker dimoströ come crescesse smisurata e tremenda 
la miseria, mentre andavano scemando le attivitä com- 
merciali. Non si odono, scriveva, che lamenti di nego- 
zianti, caduti nell’ estrema indigenza, di capitani mer- 
cantili che si querelano del loro ozio, di marinai, 
(1) Di tutto ciö e tenuto copia nella Raocolta Gicogna, Cod. 253.
	        
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