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fabbricatori, artisti, barcajuoli licenziati dai loro pa-
droni. E nel quadro di Venezia e del suo commercio
attuale, che üna deputazione della caraera di coramer-
cio presentö nel 1829 allo stesso imperatore (1), e detto
che i fabbricati erano vuoti, inaffittati, e rimasti pres-
soche senza nessun valore: crollavano fabbricati anti-
chi: e molti che avevano case le demolivano per ven-
derne i materiali al prezzo piü infimo.
II Governo austriaco aveva dai such fidi spioni di
polizia le stesse confidenze: essi dicevano, che non ü
popolo oziava per incuria, come lo scrivevano i suoi de-
traltori, ma vi era deficienza di lavoro (2). Un i. r. com-
missario di polizia (3) spaventato scriveva ciö per sod-
disfare al proprio dovere e con rispettoso rapporto
metteva a nudo la miseria, la inedia, la forzata disoc-
cupazione, la rovina del paese.
§ 16.
Venezia nel 4827.
Possiamo recare notizie statistiche allrettanto parti-
colareggiate per un diverso periodo, le quali complelano
quelle che abbiamo gia fornite.
Scegliamo il 1827, perche e 1’ anno in cui questi
dati si poterono ordinäre, e ne facciamo un confronto
con altri diepoca anteriore, che sono completamente ine-
(1) Raccolta Cicogna, God. 253.
(2) Archivio generale dei Frari : presid. del Gov. Aust.; Com-
mercio, fase. XII, l.° agosto 1829
(3) Ibidem.