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diti. II Veneto aveva 5077 fabbriche, divise nel modo
che dalla tabella che pubblichiamo si puö chiaramente
rilevare per ogni provincia; in quella di Venezia si anno-
veravano 834 fabbriche. Nella tabella compariscono 744
telai per manifatture di lana e 1022 per quelle di seta,
e quindi il loro numero apparisce molto inferiore a
quello del tempo passato. Perö i fornelli oltrepassano,
di obre il doppio, la quantitä risultante dalla statistica
del 1818, ed eccedono quella che vi era nel secolo scorso.
Qui si osserva ehe, dopo il 1818, il prodotto della seta,
come materia prima, si accrebbe, aumentando la vege-
tazione dei gelsi. « Rispetto poi ai tempi anteriori, dice
» il Quadri, cioe all'epoca del secolo scorso, quantunque
» maggiore sia ora il numero dei fornelli, non e per que-
» sto cresciuta la quantitä della nostra seta. » La ragione
di siffatta contraddizione, fra la copia dei fornelli e la
quantitä del prodotto, dipendeva dal sollievo del dazio,
che caricava una volta egualmente ogni fornello, qua-
lunque ne fosse la produzione, il che eccitava gli specu-
latori a füare per piü mesi con pochi fornelli; quando
invece il dazio fu tolto filarono rneno a lungo con piü
fornelli. Codesto metodo salvö i bozzoli dal deteriora-
mento, cui soggiacevano pel ritardo della filanda, riu-
scendo di vantaggio a questo ramo d’ industria ; il che
compensö, con abbondanza, la perdita che fece lo Stato
per 1’ abolizione della tassa.
Nei documenti abbiamo fornita tutta la suppellettile
statistica che dagli archivi, in opere inedite e in scrilti giä
pubblicati, si poteva raccogliere (pel 1817-18 e 1827-28).
(1) Cff. Quadri: Prospetto statistico delle provincie venete, tito-
lo IV, pagina 124.