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splendidi tesori dell’ arte, e le istituzioni di beneficen-
za (1), che all animo dell’ economista non erano meno
cari delle opere monumentali della gloriosa Repubblica.
Dopo cinque giorni dalla sua venuta, il rimpianto Lo-
dovxco Pasini, Leone Pincherle ed altri, d’ accordo con
Manin, aprirono una sottoscrizione per offrirgli un ban-
chetto (17 giugno), e ciö accadde privatamente, perche
ne il municipio ne la camera di eommercio vollero
averne 1’ iniziamento.
Il banchetto di ottanta coperte fu dato alla Giudecca,
in uno dei giardini che rallegrano tuttavia quel luogo
arneno (2), dove 1 attivitä e 1’ industria veneziana hanno
da gran pezzo un sicuro asilo. Il conte Nicolo Priuli
presiedeva: alla sinistra di Cobden c’ era il podestä.
All’ entrata del giardino (narra un testimonio ocu-
lare) (3) si vedevano mazzi di spiche di frumento ; e
ciascuno se ne pose all’ occhiello della giubba. I maz-
zolini di fiori sulla tavola erano cornmisti alle spiche,
e ciö fu assai gradito al Cobden. Il Priuli fece un brin-
disi molto applaudito; il Locatelli lesse un bei discor-
so (4), ed il Tommaseo inviö uno splendido indirizzo.
Cobden ringraziö in lingua francese (con adatte pa-
role) i suoi ammiratori, dichiarando in quäl guisa egli
lottasse per far trionfare le idee di libertä economica
con mezzi legali, e come gli avesse avuto innanzi al
(1) Egli visitö gli Asili d’infanzia confortandone gli iniziatori. E
fu notato che sua moglie, in Londra, si era prestata per la istitu-
zione di un Asilo infantile per fanciulli poveri italiani. Si recö piü
tardi anche a Padova, dove fu festeggiato degnamentc.
(2) Gazzetta di Venezia 23 giugno 1847, N. 140, App., pag. 574.
(3) Il conte Agostino Sagredo.
(4) Gazzetta di Venezia 23 giugno 1847, N. 140, App., pag. 574.