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scritto colla punta di un ferro, presso il gambo delle
prirae spiche che si trovano a sinistra di chi guarda
lu lapide (emblema della istituzione).
In seguito alla venuta di Cobden gli animi s’acce-
sero vieppiü all’amore della libertä commerciale : e, a
somiglianza della lega per abolire i dazi sui cereali,
si propose a Venezia un’agitazione contro il monopolio
del ferro Provare che la proibizione del ferro estero era
una protezione non necessaria, non utile alla nazione,
ch’ essa era una privativa non nazionale, che, nuocendo
all’ erario, aggravava la nazione di una pesante decima
privata, fu la formula degli studi, ai quali venne poscia
invitato il Veneto Ateneo. L’ardito iniziamento di Manin
era stato cosi seguito con altrettanto coraggio: e 1’8 lu-
glio 1847 il barone Avesani leggeva, intorno al principio
proclamato dal Cobden, una memoria, la quäle tendeva
ad un risultato pratico e positivo(l). Dopo aver provato
che il Cobden, nella sua lotta di otto anni, era riuscito
perche combatte grado grado il dazio sui cereali con
fatti e ragionamenti, e non con semplici enunciazioni
accademiche di libero scambio e non con misure ra-
dicali, si proponeva di seguire la stessa via per otte-
nere una qualche libertä in Venezia. Si domandava per-
ciö, che venisse tolto il divieto d’ introdurre il ferro
estero, il quäle favoriva pochi ed opulenti proprietari di
ferriere, e quindi che il popolo non fosse piü costretto a
pagare un prodotto, tanto necessario, a un prezzo dop-
pio. Occorsero in Inghilterra, paese di libertä, esclamö
(1) Genni letti dal barone avv. Avesani I’ 8 Iuglio 1847 (Eser-
citazioni scientißche e letterarie delV Ateneo Veneto, Vol. VI
fase. I, pag. 116 e seg.).