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Nel suo rapporto a Vienna alla commissione gover-
nativa di commercio ecc. (10 agosto 1846), la camera
di commercio di Venezia (1) si doleva, perche col pri-
vilegio accordato al Lloyd per la navigazione a vapore
e che andava a terminare coli’ anno in corso, Venezia
continuava ad essere obbligata a servirsi di quei piro-
scafi, e far cosi scala a Trieste pelle sue comunicazioni
col Levante : essa voleva aver libera la via con qua-
lunque mezzo di navigazione, senza doversi assogget-
tare ad una tariffa di transito, che pella introduzione
di altri mezzi poteva venire di molto scemata. Nel
rapporto dell’ anno seguente si instava, perche il Lloyd
avesse ad attuare almeno due arrivi e due partenze per
mese, direttamente da Venezia al Levante e viceversa;
e qualche partenza periodica ed arrivo diretto da Man-
fredonia e da Brindisi; si chiedeva ancora una fissa-
zione di tassa di reciproca convenienza. In un altro
ordine di fatti si chiedeva pure che un regno lombardo-
veneto, separato e distinto avesse a costituirsi: e si
aderisse alla lega doganale italiana . . . si svincolassero
i feudi... si promovesse efficacemente la costruzione di
una strada ferrata da Verona per Trento ed Innspruck
al confine bavarese, si compissero i lavori della diga,
della controdiga e del faro al porto di Malamocco.
Giö che accadesse dappoi, e quali altre manifestazioni
si facessero a migliorare le condizioni economiche non
(1) Nel dare prova specialmente della decadenza della industria
marittima la camera di commercio perö esagerava (mossa forse a
ciö da soverchio patriottismo). Difatto da uno specchietto inedito, che
pubblicammo in altro libro, risulta che nel 1847 le costruzioni dimi-
nuirono di 650 tonnellate in confronto del 1846, mentre furono piü
dcl triplo del 1844 e quasi il triplo del 1845.
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