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riore, al confronto di altre provincie, che avevano intro-
dotto il vapore.
Nella provincia de! Friidi la coltivazione del gelso si
estendeva vieppiü, da parecchi anni, specialmente nelle
regioni medie, e nella montagna crescevano pure bei
gelsi. Fino dal 1851-52 si notava che i miglioramenti
erano visibili nella filatura, e che i piü abili e zelanti
filandieri non mancavano di seguire in questo i pro-
gressi altrui, e si citavano il Santorini di Spilimbergo
ed il Galvani di Pordenone ed altri, che avevano fatti
miglioramenti nei meccanismi delle filande del Friuli.
In ogni provincia vi erano (1851-52) parecchie grandi
filande, dove F acqua che serve alla trattura dei bozzoli
si riscaldava a vapore: una ad Udine 1’ aveva la ditta
Rosmini, una a Bagnarola la ditta Braida, una a S. Yito
la ditta Zuccheri, una a Zugliano la ditta Mottet, una a
Precenigo la ditta Hierschel.
Nella provincia di Vicenza vi avevano 10 torcitoi, di
cui 3 nella citta di Vicenza, 3 nel distretto di Marostica
e 4 nel distretto di Bassano: erano composti in generale
di 20 alberi, con 1660 aspi, ed impiegavano per 3 mesi
dell’ anno circa 45 uomini, 1380 donne e 32 fanciulli.
La mercede giornaliera degli operai era di aust. 1. 1:50,
delle donne cent. 50, dei fanciulli c. 32. Si calcola che i
torcitoi della provincia lavorassero annualmente, ch.
metrici 5100 di organzini e chilog. 38,000 di trame, di
cui poca parte veniva consumata nelle manifatture locali,
e il resto aftluiva nei magazzini di Milano.
Nella provincia di Treviso la ditta Piva attivava un
filatojo (a Valdobbiadene) pella riduzione delle sete in
trame ed organzini, applicandovi i progressi moderni,
di macchine ecc. Vi stavano occupati piü di 400 operai,