— 112 —
poca quantitä alla Svizzera, alla Germania Renana e
a Londra.
E dopo che il Piemonte aboli i dazi di esportazio-
ne della sua seta molta seta greggia del regno passö a
Milano ad esservi manufatta, lasciando cosi a quel paese
il beneficio di lavorarla. Anche i cascami (struse e
strazze) passavano quasi tutti all’ estero principalmen-
te a Londra; parte erano richiesti dalla nuova fabbrica
di Cremona, eccetto quelli che si filavano grossolana
mente (1).
Sul finire del 1851 e piü al principio del 1852 il
mercato della seta si rianimö.
Nella cittä di Vicenza vi avevano circa 45 telai sem-
plici e 15 alla Jacquard, il cui lavoro non era perö sem
pre attivo : eseguivano Stoffe in seta e miste in oro ed
argento, Stoffe liscie adoperate per abiti come broccati,
damaschi, spollini d’ oro e d’ argento per chiese.
§ 5.
Ancora sul setificio e sulle altre Industrie del tempo
(1854-56) e critica dei dati statistici.
Nel Vicentino il prodotto dei bozzoli si calcola in
libbre 3,500,000 (delle quali ciascuna ch. 0, 58, 65, 89).
Ma queste cifre, come fu obbiettato allora alla camera
di commercio di Vicenza che le espose — non hanno
basi concrete e sono manifestamente esagerate. Tanto
e vero che pel Vicentino si annunziavano lire 300,000
di seta greggia, prodotta da 1176 caldaie, mentre nel
(1) Cfr. Rapp, della camera di commercio (1851-52).