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Friuli a prodarre una eguale quantitä di seta greggia si
annunciavano 5000 caldaje.
Che se ora vorremmo razzolare da’ documenti una
qualche considerazione generale sul Veneto (1853-56)
saremmo anehe noi di avviso che, in generale, tranne il
prodotto di seta che da 40 anni segnava un progresso
nel Friuli e nel Vicentino, e il prodotto del vino, gli
altri prodotti agricoli apparivano stazionari, come lo era,
o quasi, la popolazione. Nella provincia di Verona, per
tre annate, andö a vuoto la raccolta delle uve, scarso
riusci nel primo anno quella dei bozzoli, e nei due suc-
cessivi fu inferiore della metä ad una rendita ordinaria.
Nella provincia di Treviso fu interamente perduto il
prodotto del vino; nel 1855 se ne ebbe poco e non buono.
L’induslria della seta non era neppure essa in progresso.
Le manifatture non paiono essere state, in quel
tempo, molto in progresso. Pel Friuli si annoveravano
allora le industrie: della trattura della seta e torcitura
(5 opifici di torcitura a vapore e 55 con alberi a mano)
e quelle della füatura, tintura e torcitura di cotoni; con-
cia delle pelli; raffmeria dello zucchero ; fabbrica di
carte; seghe da legnami. Le fabbriche di birra e di col-
tellerie erano poca cosa. Nel Vicentino i torcitoi di seta
spmmavano a 90, cioe 40 meno di quello che fosse-
ro al principio del secolo : i drappi di seta decadevano
(45 telai semplici e 15 alla Jacquard). I lanifici di Schio,
Thiene e Valdagno impiegavano 7920 fusi ; il Rossi,
come sempre, signoreggiava su tutti. Alle fabbriche di
terraglie, di cappelli di paglia (5000 operai) si aggiun-
gevano le industrie minori e quasi stazionarie di ma
nifatture di ferro', carta, terra cotta, seghe da legname.
Di alcune industrie possiamo aver contezza anche
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