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Dopo la rivoluzione (sanate in parte le piaghe san-
guinolenti) potemmo studiare meglio 1’ indirizzo delle
nostre produzioni: la lega austro-estense-parmigiana,
i trattati coli’ unione doganale, le tariffe, ecc. furono
fatti importanti ai quali rivolgemmo la maggiore atten-
zione. Dal 1859 al 1866 si riscontra la estrema deca-
denza delle industrie: e si puö dire, che in nessuno
dei periodi antecedenti fatti tanto luttuosi conducessero
a tale penosa dejezione le nostre manifatture, oggidi fe-
licemente risorte, cosi da divenire perfino il tema per
l’inno dei poeti (1) e l’arra di grandezza industriale pegli
economisti.
(1) Nelle poesie di Giacomo Zanella vicentino (ed. Barbara) vedi
a pag. 73 II sermone, a pag. 84 II lavoro e a pag. 183 Le indu
strie. E notevole come mano mano che 1’ industria accennava a rifio-
rimento, ai capitalisti i quali la sorreggevano si unissero i poeti che
la inneggiavano. Vedi i canti dell’illustre Aleardo Aleardi; quelli dei
1’ ispirato A. Fusinato (ad Alessandro Rossi), i versi dei chiar. Ca-
bianca alla inaugurazione della cartiera di Lugo, nel Vicentino (1806),
ed altri che rieordammo.