Questi scalidacostruzioni, come li possediamo oggidi,
hanno una particolaritä singolare, ed e che immettono
sempre in un canale piü o meno profondo. Posseggono
solido terreno: e di fatto non c’ e bisogno di consolidare
lo scalo per erigervi i bastimenti, i quali conservano
sempre le forme prestabilite, quando furono bene assi-
curati: ne mai accaddero pericob nel varo per cedi-
mento di terreno. E inoltre faciie di avere nell’ estua-
rioantiscali prolungali, perche il suolo lagunare permette
facilmente di scavare, in modo da ottenere la lunghezza
desiderata, e si puö piantare la nave piii a terra dell’ or-
dinario per incanalare lo scalo.
Ma oltre a ciö 1’ estuario ha favorevoli condizioni in
riguardo ai costruttori e agli operai. I costruttori navali
veneti fproUJ hanno molta abilitä e tatto d’ arte. Forni-
scono ottimi sistemi di costruzioni in legname, usano i
migliori legamenti e costruiscono bastimenti solidi; e ce
ne e di prova la classificazione che ottengono sempre
dai Veritas. Noi abbiamo esempi di Genovesi e Dal-
mati ecc. che acquistano navi in legno a vela costruite
nell’ estuario veneto.
tiere 6 proprieta privata o dei costruttori esercenti, o di famiglie
di essi, che ne ereditarono il possesso. Pochi sono i proti veneti,
che non abbiano cantiere lor proprio, e per questi F aggravio non
6 indifferente, imperciocche devpno prendere a pigione il locale.
Immaginisi un’ area di 2000 metri quadrati atta a divenire un can
tiere, e su cui trovisi la solita tettoja e qualche altro magazzino ;
quest’area non costerä meno di 2000 lire all’ anno di pigione al
costruttore non possidente, il quäle deve sacriflcare maggiormente
gl’ interessi della sua industria, in confronto di quei suoi colleghi
che posseggono cantiere. Quella stessa area poi che abbiamo imma-
ginata non verrebbe ceduta altrui per meno di 20000 lire (V. Indu
stria navale p. 25).