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dei costruttori italiani, ma benanche degli esteri. E dopo
siffatto progresso l’amministrazione del Veritas dichiarö,
che, per la bontä della costruzione, i bastimenti napo-
letani sarebbero stati inseriti nei registri del Veritas
internazionale con le migliori classi.
L’ industria progredi siffattamente, che nel 1870 sul
cantiere di Castellammare di Stabia il costruttore Luigi
Trambarulo, sotto la direzione degli esperti, fabbricö
un ottimo bastiraento, pel quäle la marina napoletana
si avviö al progresso che desiderava.
Difatti i bastimenti che si costruivano, secondo l’an-
tico sistema a Napoli, avevano (dice il sig. Bai) i diversi
pezzi che componevano la chiglia con le loro teste af-
frontate. Il curvame di tali legni era semplice, oppure
composto ; ma di dimensioni cosi scarse, da potere ap-
pena sostenere una limitata chiodagione. Il paramezzale
che adopravano era semplice e senza alcun rinforzo. Per
siffatti bastimenti si mettevano da cinque a sei corsi di
serrette per ogni lato, ed altrettanti di fodere in prose-
guo, senza collooarvi alcun corso di serrettoni. I dor-
mienti e sottodormienti, che adoperavansi tanto in co-
verta come nella stiva, variavano tra le dimensioni di 7
a 9 centimetri, ed avevano le loro teste affrontate. Nello
spazio che intercedeva tra il trincarino di corridoio ed il
sottodormiente di coverta si applicavano uno a due corsi
di tavole di fodera della dimensione da 5 a 7 centimetri,
e non si badava affatto al collocamento delle fasce (vai-
gres bretonnes). I trincarini, tanto di coverta come di
corridoio, venivano collocati in modo che le loro teste
restavano affrontate, e s’ignorava affatto l’uso de’contro-
trincarini. Di gole montate (guirlande ä bras) non se ne
applicavano ne alla prua ne alla poppa. L’ imbraccio-