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sibilitä; ma la quercia di Parma e Modena, e quella di
Piemonte, di Lombardia e del Yeneto non ne teme il
eonfronto; e se anche qualche localitä offre in Italia
legname inferiore, questo non e poi da paragonarsi con
quello di Ungheria e di Croazia, dal quäle i Yeneti sem
pre rifuggirono, riuseendo poco flessibile e di corta
durata per la sua essenza grassa.
Superfluo poi sarebbe il lodare la eccellente quercia
di Modena, la quäle, e per belle dimensioni, e per qua-
litä di essenza, rimpiazza la celebre quercia da filo di
Ravenna, che giä piü non si trova.
Ne inferiori sono le condizioni d’ Italia per 1’olino e
pel faggio, dacche il primo trovasi pressoche in tutta la
penisola, e del secondo questa possiede magnifiche fore-
ste, che non la cedono a quelle dell’ Istria. Perö queste
due specie di legnami hanno una importanza secondaria
nella costruzione navale, dacche, pur potendo sostituire in
certe opere la quercia, se questa vien meno, tuttavia del-
1’ olmo e del faggio noi possiamo far senza nella compo-
sizione dello scafo.
Rimane poi a dirsi alcun che anche dei legnami re-
sinosi, dei quali abbondano le foreste degli Apennini
e quelle dell’ Italia settentrionale. E per prendere ad
esame una sola specie, riferiamoci al larice di Eelluno e
di Cadore. Quest’ultimo specialmente si presenta fornito
di caratteri tali, che supera ogni altro, fosse pur quello
del Tirolo, di Carintia o di Stiria. La sua bella tinta, i
suoi anelli uniti e spessissimi, la schiettezza, la finezza,
la compattezza della sua fibra non hannp pari; l’abbon-
dante resina e la sua durata lunghissima non la cedono a
quelle di nessun’ altra specie, anzi le vincono tutte.
Per loche con sommo profitlo i Yeneti, specialmente,