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Pel ferro e pel carbone 1’ Italia apparisce ancora
tributaria all’estero; ma non e senza irnportanza ciö che
(a tale proposito) si rivelö nella inchiesta industriale, e
a quegli Atti rimandiamo coloro che volessero avere no-
tizie delle nuove ricerche,deglistabilimenti ora istituiti e
delle buone riuscite dei primi esperimenti. La commis-
sione parlamentare sul ferro, nel suo stupendo rap-
porto(1861) e l’egregio sig. Queirolo di Genova, hanno
giä a’ddotti i fatti e gli argomenti piü importanti a tale
riguardo. Da quanto perö ivi leggiamo, documentato da
statistiche e da calcoli matematrci, risulta che, sebbene
1’ Italia sia tuttora tributaria alb estero per ferro e car
bone, pure, tenendo conto delle facilila degli acquisti e
del buon mercato della manodopera, nelle condizioni
attuali e (meglio ancora) in quelle che le si vanno appa-
recchiando, essa puö nullameno dedicarsi vantaggiosa-
mente alle costruzioni navali in ferro.
E indubitato ad ogni modo, e risulta da quanto di-
cemmo, che le costruzioni navali in legno saranno le
piü consentanee allo stato del paese e delle sue Indu
strie, che per esse illegname, a migliore mercato e di mi-
gliore qualitä, e 1’ abilitä e la modicitä dei salari faranno
compensare le maggiori spese che avremo in confronto
dell’ estero pel ferro, pel metallo giallo (ottonina), per
fasciame di carene, pei chiodagioni e pernagioni e pei
cardini del timone.
Del resto noi ci siamo soffermati a parlare piü dei
legnami che degli altri materiali da costruzione, anche
per seguire il criterio direttivo della r. commissione
italiana pell’ Esposizione di Vienna. Nella costruzione,
attrezzamento ed armamento delle navi (osserva egre-
giamente 1’illustre comm. Benedetto Brin relatore del