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al nostro regno di progredire vieppiü. Molte nostre
leggi (e in certa parte il noslro stesso diritto pubblico)
e i cattivi ordinamenti amrninistrativi osteggiano fiera
mente lo svolgimento delle costruzioni navali: indarno
si elevano proteste dai congressi, dalle camere di eom-
mereio (1), dalla camera dei deputati contro viete co-
slumanze, sanzionate dalla pedanteria, contro pretesi di-
ritti, ormai dalle nazioni civili sconfessati e che soltanto
1’ Italia offre il tristo speltacolo di conservare (2).
Riescepur doloroso, che circa alla navigazione l’ajuto
del governo sia, per necessitä di finanze, assai limilato e
che una grande impresa nazionale simile a quella del
Lloyd austro-ungarico, delle Messaggerie francesi, della
Societä orientale e peninsulare inglese non abbia ancora
potuto riuscire. Diremo altrove come sieno state ad ogni
modo degnissimi di lode le eure avute, in questi Ultimi
tempr, dal Ministero italiano per migliorare le condizioni
delle industrie marittime e della marina mercantile ita-
liana.
Gerto che gli esempi che abbiamo sotto gli occhi di
quanto si fa in Europa dai governi britannico, fran-
cese, germanico, russo, e i continui sagrifici dell’ impero
austro-ungarico per mantenersi il primato marittimo
nell’ Adriatico superiore, ci accrescono il desiderio di
progredire lestamente affine di raggiungere gli altri, o
almeno di non arrossire al loro confronto. I fatti e le
considerazioni, che ora esporremo, riguardo appunto a
(t) Vedi la particolareggiata relazione del chiar. prof. Virgilio al
III congresso delle camere di cotutuercio (Atti, Napoli 1871).
(2) Riferiamo fra i doeumenti il discorso fatto ora dall’ illustre de-
putato Boselli alla camera discutendosi il bilancio della marina.