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sero i piroscafi Ceres e Saturno, nonche 1’ Urano, il
Venus ed il Vesta (di 2000 tonnellate ciascuno).
Agli Italiani converrä fare attenzione a queste espe-
rienze del Lloyd, per ponderare con circospezione sulla
preferenza eventuale da accordarsi ai costruttori nazio-
nali sugli esteri. Il direttore coramerciale del Lloyd, nel
congresso generale del 29 maggio 1867, rifletteva a ra-
gione, che gl’ Inglesi possono fornirci piroscafi a mi-
gliore mercato e in minor lasso di tempo: che ivi il co-
struttore navale non e, come fra noi, costretto a pro-
durre ogni singola parte (il che gli arreca spreco di
tempo e di denaro), ma si limita solo a riunire assieme
e a porre in opera i vari pezzi del naviglio, forniti da
apposite ofücine, dove il lavoro e specializzato. Per la
tnoltiplicitä e divisione dell’ industria 1’ operaio inoltre
e piü abile. v
Ma la difficoltä di far attecchire da noi 1’industria
delle costruzioni navali ha anche altre cause: il difetto,
e, in alcuni luoghi, il caro del combustibile: e ciö af-
flisse la marina italiana ed austriaca, come diremo anche
in seguito. Il Lloyd pur esso ricorre per carbone al-
1’ estero, e solo a Trieste, per le linee di Dalmazia, si
vale del carbone istriano, stiriano e dalmato; F istriano
e il migliore e se ne consuma in buon dato; lo stiriano e
il dalmata sono invece di tanto inferiore all’ inglese, che
esigono un consumo doppio per far conseguire lo stesso
effetto.
Di piü, giova riflettere che se per percorrere la mede-
sima distanza un piroscafo deve caricare piü combusti
bile di una quantitä che dell’altra, sarä sempre da prefe-
rirsi, a paritä di prezzo, che quello per produrre lo stesso
effetto esiga meno spazio, potendo cosi caricarsi piü